La scrittura
Ha fondato e diretto le riviste Parlamenti Regionali (2001-2006) edita da FrancoAngeli e Rivistra italiana ndi comunicazione pubblica (dal 1999) edita da FrancoAngeli.
- quello degli anni 70-75 che vede scritti dedicati al Brasile e all’America latina, la pubblicazione di alcune ricerche socio-economiche dedicate al territorio lombardo (una delle quali in materia ospedaliera) e la pubblicazione di due ricerche (edite da Motta) in materia di educazione ambientale;
- quello degli anni 76-85 con un saggio dedicato al dibattito interno al Psi tra il 1976 e il 1978, esaminando mille lettere pubblicate dall’Avanti! per interrogarsi sul cambiamento (Caro Avanti!, prefazioni di Craxi e Signorile, Marsilio 1978) e poi saggi (Guanda) sul mondo dell’audiovisivo e i rapporti tra cinema e televisione (Quella parte di cinema chiamata televisione e Nello Stato Spettacolo);
- quello dopo il 1985 sostanzialmente dedicato ad un “lungo viaggio” nel consolidamento della comunicazione pubblica (Il principe e la parola, Comunità, 1987, prefazione di Giuliano Amato, apre la serie; poi Lo stato della pubblicità di Stato, Il Sole-24ore, 1990; Comunicazione pubblica-Modernizzazione dello Stato, diritti del cittadino, Il Sole 24 ore, 1992; Rapporto sulla comunicazione pubblica in Italia, Bibliografica, 1995; La comunicazione e lo Stato, Bibliografica, 1996; Un’altra idea di questo Stato-Dieci anni tra istituzioni e comunicazione, Costa&Nolan, 1996 (che resta un forse eccessivamente dettagliato “resoconto passionale” dell’esperienza, settore per settore, svolta alla Presidenza del Consiglio dei Minsitri); Un Paese spiegabile, Etas, 1998; La scuola e la comunicazione, Franco Angeli, 2000; Teoria e tecniche della comunicazione pubblica, prefazione di Giuseppe De Rita, Etas, 2001 (manuale d’uso nell’attività universitaria, terza aggiornata edizione nel 2003), i due volumi su La comunicazione di pubblica utilità (Franco Angeli 2004, raccolta di saggi e articoli scritti nel periodo 2001-2004) oltre a saggi più brevi e ai dossier monografici editi nell’ambito di Rivista italiana di comunicazione pubblica) e ad altri libri dedicati ai media e al sistema della comunicazione (Urla,sorrisi e carte bollate, Calderini, 1992; La grande mela e altri frutti proibiti, Armando 1995), all’Università (Come si fa una tesi di laurea in Scienze della comunicazione, Sansoni, 2001) o più di recente a temi di riforma istituzionale e regionalismo (Per essere Parlamenti, con l’editore Guerini);
- oggi (2008-2010) – dopo il volume Quarantotto (Argomenti per un bilancio generazionale) edito da Bompiani nel 2008 – ha aperto un nuovo ciclo di scrittura, da una parte per continuare il percorso di ricerca nei campi disciplinari e professionali ( Brand Milano, Franco Angeli 2008; Il fattore immagine nelle relaiioni Italia-Romania, Arcipelago 2008; Politiche pubbliche per le comunicazioni, Etas 2009; imminente Economia e gestione della comunicazione delle organizzazioni complesse, CEDAM 2010) ; e dall’altra parte per sviluppare un lavoro sull’identità, la memoria e la proposta di rinnovamento civile e politico; tra il 2008 e il 2009 sono qui colloocati i libri: Il mio viaggio nel secolo cattivo (colloquio con Maria Luigia Nitti Baldini) edito da Bompiani; Una voce poco fa (Marsilio) 2009; Le nostre storie sono i nostri orti (colloquio con Marco Pannella), Bompiani 2009.
Avrei naturalmente voluto dedicare più tempo alla scrittura disimpegnata da obiettivi professionali. La cosa più significativa sono le favole scritte e disegnate per mia figlia Amelia e per i miei nipoti Marcello e Giuliana (una trentina nel complesso, firmate con lo pseudonimo di Birolampus, con cui firmavo gli articoli negli anni ’70 per la rivista per le scuole del WWF).
Ma c’è anche un racconto (Sotto la palma di Villasmundo, edito nell’86) che rievoca le vicende delicate e nostalgiche della radice siciliana della famiglia materna, la post-fazione alle Favole di Luigi Capuana chiestagli da Elvira Sellerio, una raccolta di articoli su Milano, la città ritrovata nel 1997 e a cui ho dedicato attenzione sulla testata “Milanometropoli” raccogliendo poi nel libro La capitale umorale (2000) la selezione dei pezzi più significativi. Infiniti i progetti nel cassetto di scrittura – in un’ipotesi stilistica pasticciata, tra quella letteraria e quella del racconto di memoria – affidati ad un giorno di tranquillità che è la “rossa primavera” del nostro tempo.
Prima o poi arriverà.