Quasi sindaco (Bologna, 3 settembre 2011)
Un outsider si presenta alle primarie per diventare sindaco della sua città. Ha un ruolo professionalmente importante e ha fatto il parlamentare di sinistra, senza dogmatismi e ortodossie. Ma il partito dominante in città attorno alle primarie non lo vuole. Ha fatto un’altra scelta. Sono buone tutte per scoraggiarlo.
Fino a qui si direbbe la storia di Giuliano Pisapia.
Ma invece è la storia di Gianfranco Pasquino, ordinario di Scienza politica a Bologna, per tre legislature senatore della sinistra indipendente, che nel 2009 si ritiene utile alla sua comunità e si rende disponibile per il ruolo di sindaco di Bologna, dove dopo il poco bolognese Cofferati e il passaggio a destra con Guazzaloca, si tratta di ricostruire politica e rapporto con i cittadini. Ma il PD – che ancora tutto può – e Prodi stesso, che resta la bussola delle scelte politiche nella città, hanno scelto Franco Delbono, vicepresidente della Regione, non rendendosi conto che potrà essere travolto – come poi lo è stato – da scandali dopo essere stato eletto. Le amarezze per quelle primarie piene di insidie e alla fine per la marginalizzazione del movimento “Cittadini per Bologna” che esprime la candidatura di Pasquino portano ugualmente alla sfida ma con una sconfitta certa. Un anno dopo il libro di Pasquino che racconta tutto. Titolo ironico “Quasi sindaco”, edizione Diabasis. Ne abbiamo discusso questa sera alla festa nazionale socialista di Bologna. Luigi Covatta, Cesare Pinelli, io e lo stesso Pasquino mentre il grosso dei partecipanti alla festa ballava il liscio nel salone accanto. Interessante discussione che – sui modelli di democrazia nelle nostre città – sarebbe interessante rifare a Milano.