Pubblicata sintesi diretta Stati Generali Expo 2015 a Milano

http://www.statigeneraliexpo.it/notizia/la-diretta:-quale-format-per-l-expo.asp
La diretta: quale format per l’Expo
16/7/2009
Francesco Casetti conduce gli interventi della sessione dedicata a “Quale format per l’Expo?” sottolineando il concetto di format: mettere in forma alcune idee in un progetto complesso, connettere singoli punti in una nuova realtà.

Nel suo ricco e complesso intervento,Carlo Freccero sottolinea che l’idea di Expo per il 2015 è legata a un concetto di modernità che non ci appartiene più: dal clima euforico nei confronti del progresso che si respirava negli expo dell’ottocento alla riflessione amara, all’apprensione e all’inquietudine verso il futuro che caratterizza il nostro tempo. Anche i concetti di luogo e spazio sono ormai anacronistici: l’Expo è quasi un non-luogo, per questo è importante promuovere lo sviluppo del territorio e creare un evento. La comunicazione sarà essenziale per creare l’evento Expo e divulgarne i contenuti. Infine Freccero auspica una Fondazione che stimoli il dibattito su argomenti di altissimo interesse che daranno visibilità all’evento.
Silvio Oggioni, del Teatro del Buratto, presenta il progetto “La città teatro dei bambini”, un luogo e un contenitore di attività culturali dedicato ai bambini: teatro, cinema, editoria e arti visive.
Anna Maria Testa focalizza il proprio intervento sul concetto di format: il format come sistema di regole chiare che strutturano una narrazione complessa in una narrazione logica e comprensibile. Sottolinea infine il ruolo importante del web, come paradigma di massima esportabilità del format dell’Expo.
L’architettoMichele De Lucchi presenta un modello architettonico di sviluppo urbano: i parchi agricoli di Milano e il sistema della produzione, distribuzione e vendita di prodotti di alto consumo. Pone in primo piano i piccoli nuclei di produzione agricola, la piccola imprenditoria artigiana e la coscienza sociale dell’alimentazione.
Alessio Fronzoni, AD di Lowe Pirella Fronzoni, sottolinea l’importanza di coinvolgere la popolazione locale e l’importanza di trasformare l’appuntamento italiano in un movimento globale.
Aldo Bonomi, sociologo e direttore del Consorzio AASTER, propone la riflessione sui concetti di limite e di territorio. Limite come concetto da assumere e da cui partire per l’Expo 2015: la cesura e la discontinuità da cogliere rispetto agli expo dell’800 che celebravano la potenza e lo sviluppo del capitalismo. L’Expo 2015 non potrà più rappresentare quella potenza, ma il limite e la scarsità delle risorse dell’alimentazione. Il territorio, come luogo che accoglie i flussi migratori e che per questo si modifica, in un’ottica di dialogo e coesione.
Carmen Bueno , consulente BIE, sottolinea che il cibo è uno degli aspetti più importanti nell’evoluzione umana, che è uno strumento di ricerca e innovazione. Infine auspicato un Expo “eatable” che cerchi, inoltre, soluzioni per i problemi di nutrizione.
L’architetto Paolo Caputo propone di arricchire l’area dei Mercati generali, compresa nelle aree dell’Expo 2015, con un orto frutteto botanico.
Mario Sartori, Fondazione Rete Civica di Milano, illustra il progetto di partecipazione on line e di presentazione dei progetti alla Società Expo 2015 e agli Enti promotori.
Sergio Escobar, direttore della Fondazione Piccolo Teatro di Milano, sottolinea il concetto di nuova cittadinanza che sarà centrale per l’Expo e la città di Milano.
Ruggero Eugeni, Almed, sottolinea che l’Expo sarà un’occasione per formare professionisti dell’arte e della cultura, per recuperare il concetto di evento e per riportare le merci al centro dell’Expo.
Gianluca Martinelli presidente dell’associazione Primo Movimento, illustra la storia e le caratteristiche del logo Expo 2015, proponendone una rivisitazione grafica.
Francesco Alberoni ha focalizzato il proprio intervento sulle scuole di cinema e sullo scambio culturale tra di esse nel mondo.
Francesco Micheli evidenzia la necessità che il pubblico ritrovi nell’Expo le proprie tradizioni e il proprio passato glorioso.
Davide Rampello identifica nella metafora dell’alimentazione la funzione della cultura di nutrimento dell’intelletto.
Diego Masi propone l’iniziativa “Le 100 ore della creatività”, festival di respiro internazionale che promuova Milano come città della comunicazione.
Stefano Rolando sottolinea che dopo il 2015 Milano dovrà riconoscere la trasformazione profonda del proprio patrimonio simbolico (brand).
Vittorio Mazzucconi presenta il proprio progetto “l’Arca del Duomo”, recupero della memoria antica della città e proposta di edificio provvisorio icona dell’Expo.
Emilio Battisti descrive la propria associazione per un Expo diffusa e sostenibile che coinvolga direttamente la Lombardia e le regioni limitrofe.
Andrea Chiodi vede Expo come occasione per i giovani creativi di incontrare la tradizione dei grandi maestri dello spettacolo.
Daniela Volpi domanda quali eredità materiali Expo 2015 avrebbe potuto lasciare alla città di Milano, alla luce delle scelte attuali.
Fabio Novembre si augura che per l’Expo, come in qualsiasi manifestazione, l’arte costruisca meno ma lo faccia meglio.