Presentato alla Sapienza a Roma l’ultimo libro di Stefano Rolando (8marzo 2011)

Sfera pubblica e comunicazione.
Franca Faccioli, Umberto Croppi e Nadio Delai hanno presentato alla Sapienza a Roma
il libro di Stefano Rolando Comunicazione pubblica per una grande società
 
(RICP – 9 marzo 2011) – Presentato ieri sera – nella sede di Via Salaria dell’Università La Sapienza a Roma – il libro di Stefano Rolando (professore all’Università IULM di Milano) La comunicazione pubblica per una grande società, edito di recente da ETAS.

Franca Faccioli – ordinario di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica alla facoltà di Scienze della Comunicazione dell’ateneo romano – ha introdotto l’incontro segnalando il lungo percorso di elaborazione e di sperimentazione operativa sulla materia dell’autore e indicando nel nuovo libro una più forte accentuazione della visione sociale della disciplina, con riferimenti ad una sempre viva analisi “da Habermas in poi sul concetto di  sfera pubblica”. Umberto Croppi – direttore generale di Fondazione Valore Italia, già assessore alla Cultura del Comune di Roma – ha piuttosto messo in rilievo la conflittualità oggi esistente nelle istituzioni tra comunicazione politica e comunicazione istituzionale (parti della stessa materia), che è tema a sua volta ben segnalato nel libro; e ha considerato che in questo conflitto “servizi e strutture di comunicazione pubblica che erano efficienti sono stati ferocemente intaccati”.  Nadio Delai – presidente di Ermeneia e già direttore del Censis e di Raiuno – ha osservato che, nel percorso di scrittura dell’autore, “vi è stato costantemente l’impegno a piantare la bandierina più in là, così che anche questa volta il contenuto si amplia dai confini delle normative ristrette alle pubbliche amministrazioni toccando il complesso intreccio tra istituzioni e vitalità sociale, dove vi sono molti soggetti impegnati negli interessi generali”, dando così vita ad una terza stagione teorica, “dopo avere già anni fa allargato lo spazio dalla comunicazione pubblica alla comunicazione di pubblica utilità e questa volta indicando i confini nella comunicazione pubblica sistemica”. Stefano Rolando, infine, ha ricordato che “effettivamente a metà degli anni ottanta, avviandosi in Italia una moderna sperimentazione nel campo, la materia era concepita come una leva per la riforma dello Stato, per uscire dal silenzio e dal segreto e agire sulla modernizzazione, mentre ora questo approccio di riforma sembra esaurito e per affrontare i bisogni sociali serve una concreta cooperazione tra le componenti professionali civili che operano tanto nelle istituzioni quanto nel sistema associativo e produttivo”, segnalando altresì che il ruolo formativo della materia deve aiutare a distinguere la presenza di contenuti propagandistici, deve portare ad analizzare criticamente il ruolo di media e della rete e deve immaginare la materia stessa al servizio di una democrazia più partecipativa.