Presentata a Roma (Camera Deputati) Riv it com pubblica n.40 su 150 unità Italia

Amato e De Rita: “L’Italia unita è un valore di cui siamo debitori a una generazione di statisti lungimiranti, ma la storia non ha mai cancellato la frattura tra popolo ed élite

Presentato a Roma da Stefano Rolando il n° 40 di Rivista italiana di comunicazione pubblica con un dossier e una ricerca Civicom-Demoskopea sul 150° anniversario dell’Unità.
Giuseppe De Rita e Giuliano Amato hanno interagito parlando di senso dell’evento e di storia dell’identità italiana
Nel fascicolo, l’intervento integrale sul tema all’Accademia dei Lincei del Presidente Giorgio Napolitano.

 

Roma, 15 luglio 2010Stefano Rolando ha presentato oggi a Palazzo Marini (Camera dei Deputati) a Roma il numero 40 di Rivista italiana di comunicazione pubblica, insieme a Giuliano Amato, presidente del comitato dei garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Giuseppe De Rita, presidente del comitato scientifico della Rivista e Roberto Basso, amministratore delegato di Civicom, il quale ha illustrato una ricerca realizzata con Demoskopea. Il volume dedica la sezione Dibattito pubblico alle celebrazioni dell’anniversario dell’Unità che cadrà nel marzo 2011. Oltre agli editoriali di De Rita e Rolando, il volume ospita gli interventi di Franco Manzato della Lega Nord e di Luca Ricolfi, così come un dossier con le opinioni di un ampio numero di studenti universitari (Iulm Milano).
Nel corso della presentazione, Giuseppe De Rita ha affermato che il Paese “è stato unificato da un secondo popolo – l’élite – che pensa per il primo popolo, il quale è sempre rimasto indifferente e dolente davanti alle scelte che gli sono state imposte”. Giuliano Amato ha condiviso questa lettura, aggiungendo che “la frattura tra popolo ed élite non si è mai ricomposta nel corso degli anni, e nonostante ciò ancora oggi non saremmo capaci di immaginare una identità alternativa a quella che ci offre lo Stato nazionale». “Senza quell’unità – ha aggiunto – anche se gli italiani l’hanno sempre vissuta sopportando i governanti come un’inevitabile sofferenza, essi non avrebbero forza negoziale e molti di loro parteciperebbero ai processi economici e di lavoro come extra-comunitari”.
Nella sua interpretazione, De Rita sostiene che “un secolo e mezzo fa si è concretizzato un progetto pensato a tavolino, ma da grandi statisti; oggi la struttura sociale del Paese è certamente meno elitaria, ma sono anche scomparsi i grandi statisti o i grandi intellettuali portatori di un progetto di grande respiro. E la nostra identità, al fondo, è l’identità del sistema Italia, quello che ha retto alla crisi: pochi debiti, partimonializzazione, risparmi, imprenditoria diffusa. È, in qualche modo, una identità che viene affermata dal basso. Gli ultimi tentativi di progettazione di un futuro nuovo fatti dalle élite risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento».
Roberto Basso, amministratore delegato di Civicom, ha presentato il sondaggio realizzato in collaborazione con Demoskopea sulla consapevolezza e la percezione degli italiani dell’imminente anniversario. Le principali evidenze riguardano la scarsa notorietà dell’anniversario, riconosciuto spontaneamente soltanto da un italiano su tre. Una volta informati gli intervistati attribuiscono importanza alla ricorrenza nel 77% dei casi e dichiarano che il modo più adeguato per celebrare l’anniversario sia una iniziativa didattica nelle scuole (51%, seguito con il 37% dall’idea di tante feste diffuse nei comuni italiani). “Abbiamo proposto agli italiani un gioco – racconta Roberto Bassoperché gli abbiamo chiesto di immaginarsi proiettati indietro nel tempo nel 1861 e di essere chiamati a votare un referendum sulla creazione di uno stato unitario: il 95% ha dichiarato che voterebbe a favore. È un dato più alto delle nostre aspettative”.
Il dossier sul Centocinquantenario contenuto nel numero 40 della Rivista italiana di comunicazione pubblica è introdotto da un testo di Stefano Rolando che analizza il dibattito svoltosi in Italia (media e politica) nell’ultimo anno sul tema rispondendo ad alcuni quesiti: “Chi sono oggi i vincitori che dovrebbero scrivere questa storia? Un enigma comunicativo: perché farsi prendere dall’impasse politico e non promuovere buone idee misurate con le attese della gente?”. Un folto gruppo di studenti universitari dell’Università IULM di Milano ha preso parte ad una ampia esercitazione sui temi del 150° – caratteri del dibattito, senso della celebrazione, relazione tra processi comunicativi e identitari – che trova nel dossier pubblicato una interessante selezione. “Un test che contraddice disinteresse e sprovvedutezza dei giovani italiani – è scritto nella nota introduttiva – perché questo frammento di paese vuole essere “popolo italiano” e critica la fragilità del sistema educativo (scuola, media, cultura) sulle questioni che si vanno aprendo”.La redazione della Rivista ha infine selezionato, pubblicato e commentato le dieci foto che rappresentano i passaggi più emblematici del dolori che uniscono gli italiani nel corso dei centocinquant’anni di unità del Paese.
 
Rivista italiana di comunicazione pubblicaè un trimestrale diretto da Stefano Rolando a carattere scientifico (il comitato scientifico comprende un vasto numero di studiosi e lo presiede dall’origine Giuseppe De Rita) giunto all’XI anno di pubblicazione.Franco Angeli editore.
Civicom è una società di consulenza strategica in comunicazione di pubblica utilità che assiste enti locali, istituzioni, amministrazioni pubbliche, utilities e imprese socialmente responsabili a orientare e realizzare le proprie strategie identitarie, di relazione e di comunicazione. Guglielmo Trillo è presidente, Roberto Basso è direttore generale e Margherita Drago coordina le attività editoriali: alla Rivista si affiancano una collana di libri e saggi e altri progetti multimediali. www.civicom.org
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