Pisapia: da Barbiana all’India, come si forma un leader atipico (recensione di Roberto Basso)
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il blog di Roberto Basso sulla comunicazione di pubblica utilità e varia umanità
1 novembre 2011
[…] sono sempre stato convinto della necessità della rotazione degli incarichi. Dopo dieci anni di lavoro parlamentare si rischia di non conoscere più la realtà. (Giuliano Pisapia)
Prima di parlare di Due arcobaleni nel cielo di Milano (e altre storie) (Giuliano Pisapia con Stefano Rolando, ed. Bompiani, 328 pagg., 15€) dichiaro subito i miei legami con gli artefici di questo “dialogo su Milano e l’Italia”: sono partner di Stefano Rolando nell’agenzia di consulenza Civicom e ho diretto la campagna elettorale dalla quale Giuliano Pisapia è uscito vincitore e nuovo sindaco di Milano (“un sindaco di sinistra con una coalizione di centrosinistra”, è la definizione che dà di sé nel libro). Alla luce di queste relazioni facciano i miei due lettori la tara sulle valutazioni che esprimo.
Il ritmo del volume è variabile e dipende probabilmente più dall’interesse del lettore che dalla volontà degli autori. A me hanno colpito soprattutto la prima e la seconda parte, che ci aiutano a conoscere meglio Pisapia. Cinque mesi di lavoro al suo fianco non sono bastati a conoscere un uomo molto riservato, che non coltiva ambizioni personali e quindi non esibisce se stesso oltre lo stretto necessario. Le scelte raccontate nei capitoli più biografici del libro ci restituiscono il profilo di un uomo che ha vissuto e non si è lasciato vivere, e grazie a ciò comprendiamo meglio anche le ragioni del suo ampio successo elettorale. Perché una vita profonda e consapevole si rende impermeabile alle etichette: comunista, cattolico, di sinistra, radicale, estremista, mediatore, moderato… Giuliano Pisapia è un uomo pragmatico, che vuole provare di persona ciò di cui sente parlare per formarsi un’opinione propria. Banale? Trovatemene in giro altri che abbiano desiderio di verità e la vadano a cercare, rifiutando il pensiero scontato, il conformismo, il mainstream, il conforto dell’appartenenza.
Le domande di Stefano Rolando (300 quelle programmate a tavolino, alla fine saranno 400 nella riproduzione fedele della dinamica delle lunghe ore di conversazione – e anche se nel botta e risposta sembra di avvertire l’eco realistico e fresco di un vero dialogo, forse il ritmo del libro avrebbe tratto beneficio da una maggiore selezione e nella limatura di qualche passaggio) aiutano a estrarre dalla riservatezza del sindaco di Milano una visione della buona politica. Dall’uscita dal berlusconismo al rapporto tra partiti e “cittadinanza attiva” (espressione preferita alla stupidissima categoria di “società civile”), il Pisapia-pensiero è sempre frutto di un percorso personale, di un ragionamento attento, curioso e critico, che non si presta a una facile catalogazione nel fluire del nostro dibattito pubblico, schiacciato esclusivamente sull’appartenenza pregiudiziale a uno o all’altro schieramento. Un esempio su tutti: a proposito della cosiddetta “legge bavaglio” l’avvocato si dice contrario alla riduzione delle libertà di stampa ma al tempo stesso trova grave la pubblicazione di atti coperti dal segreto istruttorio, perché tale da pregiudicare le indagini, e sconcia la pubblicazione di conversazioni private che non hanno rilevanza ai fini del processo per pura spettacolarizzazione.
Ultimo merito del libro è un denso apparato di note di cinquanta pagine. Grazie a queste il dialogo tra due sessantenni che hanno conosciuto, frequentato – e in qualche misura fatto – la storia del nostro Paese diventa intelligibile e comprensibile anche ai più giovani. Quasi un’opera pedagogica dedicata a quei giovani con i quali Giuliano Pisapia ha intessuto un fitto dialogo durante la campagna elettorale. Perché la wiki-politica va molto di moda, ma i leader sono quelli che sfidano il senso comune e ci insegnano qualcosa, non quelli che collezionano sondaggi.
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Il volume verrà presentato dai due autori a Milano il prossimo 17 novembre alle 18:30 alla libreria la Feltrinelli in piazza Piemonte, 2 – con Piero Bassetti, Vincenzo Latronico e Giuliana Nuvoli.