Perché dico no alla firma di un patto individuale anti-fisco

Perché dico no alla firma di un patto individuale anti-fisco
proposto da Conf-contribuenti ai candidati radicali
 
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Gionata Pacor 13 febbraio alle ore 15.38
Lettera ai candidati nelle liste radicali
 
Ti scrivo in quanto presidente della ConfContribuenti, un’associazione nata con l’intento di combattere gli sprechi e le tasse e di difendere gli interessi di chi lavora e paga le tasse.
Una delle nostre iniziative consiste nel chiedere ai candidati alle elezioni di prendersi un impegno a difendere i contribuenti, in particolare a votare contro qualsiasi legge che preveda un aumento dell’imposizione fiscale. Dopo le elezioni monitoreremo l’operato delle amministrazioni e in particolare quello dei sottoscrittori dell’impegno.
Il primo in assoluto a firmare l’impegno è stato Fabio Pazzini, membro della direzione dei Radicali Italiani e candidato nella lista Bonino Pannella in Lombardia (circ. di Milano).
Se sei disposto a firmare anche tu questo impegno ti invito a stamparlo e a mandarlo al n. di fax 0049-211-7260391.
Naturalmente faremo di tutto per pubblicizzare le adesioni alla nostra iniziativa.
Un cordiale saluto,
Gionata Pacor
www.confcontribuenti.eu
 
Stefano Rolando 13 febbraio alle ore 19.09
Caro Pacor,
leggo e apprezzo lo spirito che anima l’iniziativa. Tuttavia non reputo né opportuno né possibile firmare un simile impegno. Primo perchè una volta eletti, su argomenti di rilievo generale come quello del rapporto tra fisco e cittadini, il vincolo non può essere altro che di linea politica (in altre sedi e in un quadro di più condivise responsabilità da definire) in relazione al contesto concreto. Secondo perchè se concepiamo la democrazia partecipativa con “vincoli” prelegislativi di questo genere di tipo individuale, snaturiamo il principio stesso della “sintesi” a cui l’eletto – che rappresenta la collettività, non un sindacato o una associazione – deve accudire tenendo conto di ciò che emerge nell’ascolto e nel dibattito.
Dunque per ragioni serie di metodo del lavoro delle istituzioni democratiche non ritengo firmabile in quella forma una materia che potrebbe essere trattata in altra forma e trovare invece il mio consenso.
Cari saluti
Stefano Rolando