Lucio Dalla (29 febbraio 2012)
3 marzo – Alla fine di una relazione un po’ anticonformista che apriva nel 1982
un convegno socialista – che fece epoca – sulla cultura e lo spettacolo in Italia,
scritta con Vittorio Giacci, non avevamo messo, come si usava, una citazione di Adorno
o di qualche altro guru della Scuola di Francoforte, ma tre righe di “Telefonami tra vent’anni”,
canzone dell’anno prima di Lucio Dalla:
“alle porte dell’universo / importante è non arrivarci in fila / ma tutti quanti in modo diverso“.
Questa mattina, un ragazzo rom, all’angolo di via De Amicis e Via Cesare Correnti a Milano
zufolava seduto per terra “Canzone” di Lucio Dalla. Il caffè dei ragazzi napoletani, davanti,
ha deciso di tenere in loop tutto il giorno “Caruso“.
L’edicola ha affisso alcune prime pagine di giornale segnate in rosso.
“A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io“, cantava.
Oggi le ha avute da tutta Italia.
Persino da Milano. “Milano che quando piange, piange davvero“.
un convegno socialista – che fece epoca – sulla cultura e lo spettacolo in Italia,
scritta con Vittorio Giacci, non avevamo messo, come si usava, una citazione di Adorno
o di qualche altro guru della Scuola di Francoforte, ma tre righe di “Telefonami tra vent’anni”,
canzone dell’anno prima di Lucio Dalla:
“alle porte dell’universo / importante è non arrivarci in fila / ma tutti quanti in modo diverso“.
Questa mattina, un ragazzo rom, all’angolo di via De Amicis e Via Cesare Correnti a Milano
zufolava seduto per terra “Canzone” di Lucio Dalla. Il caffè dei ragazzi napoletani, davanti,
ha deciso di tenere in loop tutto il giorno “Caruso“.
L’edicola ha affisso alcune prime pagine di giornale segnate in rosso.
“A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io“, cantava.
Oggi le ha avute da tutta Italia.
Persino da Milano. “Milano che quando piange, piange davvero“.