Lettera di Umberto Ambrosoli agli elettori del centrosinistra (28 novembre 2012)
Regione Lombardia 2013
Comitato Ambrosoli Presidente
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Lettera di Umberto Ambrosoli
agli elettori del centrosinistra e ai cittadini che si dichiarano ancora in astensione
Milano, 28 novembre 2012
Eravamo abituati ai politici di professione. Alcuni ottimi, molte volte al servizio degli altri e delle loro comunità. Ma una parte non piccola, purtroppo, appartenente a ciò che, davvero con brutta parola, è stata chiamata “la casta”. Portati al cinismo per salvaguardare le loro carriere, i loro posti, subendo le condizioni decisionali e le influenze determinanti per ottenere quei posti e per mantenere quelle carriere.
L’insieme di queste storie ha portato – in un periodo di vera crisi economica, che ha colpito lavoratori e famiglie – a un discredito generalizzato delle istituzioni. Istituzioni che, come molti fanno finta di non sapere, non appartengono ai partiti, ma appartengono a tutti noi. Quindi appartengono alla società.
Viene un momento in cui, per salvare le istituzioni, quella società deve fare un passo avanti, deve manifestare vere disponibilità, deve esprimere figure che fanno della parola “responsabilità” una bandiera credibile.
Si è naturalmente assistito anche a un tentativo camaleontico di certe forze politiche, dichiaratesi improvvisamente “civiche”, come se i cittadini-elettori fossero così stupidi da non riconoscere dietro a finti civismi i politici di prima.
Ecco la ragione, in breve, che spiega non le mie titubanze a partecipare. Ma le mie condizioni elementari per partecipare, dopo che non io (che, in questi casi, ritenersi soltanto in proprio adatti al bisogno non può essere l’unico criterio) ma davvero un grande numero di persone molto qualificate hanno indicato nella mia storia e nel mio percorso una opportunità per:
- assumere una responsabilità ampia e unitaria di quello schieramento (politico e sociale) che – senza trattino – va sotto il nome di centrosinistra;
- contribuire a creare condizioni miste ed equilibrate per un diverso governo delle primarie, con i partiti in condizione necessaria ma non sufficiente e con gli esponenti dell’associazionismo sociale e civile in pari posizione di responsabilità;
- formulare una proposta seria e credibile di governo della discontinuità e del cambiamento in Lombardia che sostituisca poteri che hanno prodotto deficit di democrazia e purtroppo anche malaffare, fino a rivelare una infiltrazione della malavita organizzata negli ambiti del governo regionale.
A questo progetto ho dedicato dall’8 novembre una assoluta e totale dedizione.
Che viene – nello spirito che la stimola – da più lontano. Coinvolgendo la mia vicenda famigliare, la mia educazione, il modo con cui ho esercitato l’avvocatura, il lavoro che ho svolto in favore della legalità e della trasparenza delle istituzioni.
Un ampio schieramento di forze politiche, in cui la situazione drammatica di crisi istituzionale ha prodotto una salutare scossa e credo anche una maturazione interessante di visione delle cose, mi ha espresso consenso. E i candidati che avevano iniziato sotto quelle insegne la loro battaglia hanno detto di ritirarsi per unirsi alla mia battaglia.
Una vasta e crescente realtà sociale che si riconosce nell’impegno per battere oggi un centro-destra berlusconiano e leghista nell’interesse della ripresa civile, economica e sociale della Lombardia si è messa in campo.
Alcuni candidati che sono espressone di elettorati più segmentali con loro caratteristiche politiche o con tematiche settoriali caratterizzanti hanno ritenuto invece di mantenersi in competizione, per fare emergere discussione e per contribuire a sensibilizzare di più l’intero elettorato di centrosinistra. Ho considerato questa cosa non solo legittima ma anche utile, auspicando toni corretti, sguardo comune verso l’obiettivo comune, regole per affrontare questo primo impegno.
Ora siamo vicini alla scadenza delle primarie. Esse cadranno il giorno 15 dicembre, dopo che oltre 400 mila cittadine e cittadini lombardi hanno preso parte, in due turni, alle primarie nazionali del centrosinistra. Si prevede una caduta di partecipazione. E il mio primo forte appello è perché nei più si mantenga invece la stessa tensione partecipativa.
Per dare un segnale all’intero elettorato soprattutto agli indecisi, dobbiamo noi per primi dimostrarci molto determinati.
Il secondo pensiero va all’obiettivo per il quale ho ritenuto un dovere civile mettermi a disposizione di questo progetto.
Esprimo questo argomento in modo molto sintetico, ma non per questo non profondo. Gli snodi sono due e ben connessi:
- intendo offrire una ragione credibile e dimostrabile a tutti coloro che pensano che l’alternanza, il cambiamento, la discontinuità siano essenziali per mantenere vive, legali, trasparenti, democratiche e al servizio di tutti le nostre istituzioni:
- intendo esprimere un progetto – che nasce nella responsabilità di una generazione più giovane (ho 41 anni, l’età che aveva Piero Bassetti quando divenne il presidente-fondatore della Regione Lombardia) – per immaginare una istituzione assai importante per molte cose che riguardano la nostra vita e il nostro lavoro (la salute, l’ambiente, la formazione, l’assistenza, le infrastrutture, l’economia produttiva,la cultura), profondamente rigenerata verso un nuovo regionalismo, verso l’Europa, verso un patto con le autonomie locali per servire i cittadini, verso la creazione di un clima di attrattività che rimetta in moto gli investimenti, che generi benessere e occupazione, che renda la qualità della vita un prezioso bene comune.
Condurrò una campagna dappertutto nei nostri territori per entrare nel merito di questo progetto. Per discutere con tutti gli interlocutori i contenuti di un sogno a portata di mano.
Con le 8000 firme raccolte per sostenere la mia candidatura in soli sei giorni (quasi il doppio rispetto agli altri candidati) ho avuto la disponibilità a fare insieme il mio stesso viaggio da parte di migliaia di volontari, qualificati, giovani, in forma equilibrata donne e uomini, con competenze professionali spesso di prim’ordine. Saranno loro la mia squadra. Saranno loro la mia voce.
Ho previsto una campagna a basso costo perché non è il momento di scherzare sui soldi che riguardano la politica. E dico subito che se la raccolta fondi supererà gli obiettivi che ci siamo dati farò un fondo destinato al sostegno ai disoccupati.
Con questo spirito comincio a svolgere – per esserci, per esserci insieme a tanti che ci credono – la mia proposta di cambiamento e di rinnovamento.
Che sarà un segnale forte per il destino della Lombardia e credo anche dell’Italia.
Umberto Ambrosoli