ItaliaOggi – Un professionista al giorno

ITALIA OGGI
Venerdì 15 Maggio 2009
UN PROFESSIONISTA AL GIORNO
La carriera di Stefano Rolando, professore di Teoria della comunicazione all’Università Iulm di Milano
Una vita per comunicare
Quando le bambine giocavano con le bambole io già scrivevo”.
Poi una carriera fatta di incontri ed esperienze da raccontare
 
di ALESSIA GRASSI


Stefano Rolando è l’uomo della comunicazione pubblica in Italia: ha fondato il Com.p.a., presiede il Comitato scientifico di Forum PA, è membro del Consiglio superiore delle comunicazioni, dirige Rivista italiana di comunicazione pubblica ed è presidente della Fondazione F.S. Nitti. Ora ha la cattedra in economia e gestione delle imprese. Una passione, quella per la comunicazione, che lo ha avvicinato prestissimo al giornalismo. «Quando le bambine giocavano con le bambole io facevo giornaletti, scrivevo i testi, li disegnavo, insomma creavo dei “dorsi” e li vendevo ai miei familiari, segmentando però il mio piccolo mercato di riferimento: alla mamma il giornale per la casa, a papà quello sulla città ed il traffico, poi c’era quello dello spettacolo…». Una passione che al ginnasio, allo storico Liceo Carducci di Milano, lo portò a creare una testata per gli studenti del biennio, destinata però a non vedere il numero 2: la scuola aveva già un giornale, il Mr. Giosuè e i suoi redattori, tra cui un giovanissimo Claudio Martelli, chiesero e ottennero dal preside la soppressione del nuovo dorso. Rolando, in compenso, fu cooptato nell’organo ufficiale di stampa, di cui divenne in seguito direttore. «Ecco, questo è il cliché della rivista», dice mostrandoci lo stereotipo di stampa, «ci sono affezionato, ho iniziato così e a poco più di 20 anni scrivevo su Settegiorni, Avvenire, Il Mulino ed ero già iscritto all’ordine dei giornalisti». Non stupisce, quindi, la sua passione per le penne stilografiche, le Waterman in particolare, perché gli ricordano la nonna che le usava e per prima gli insegnò i rudimenti della scrittura. Continua raccontando una carriera fatta di incontri con personaggi importanti che lo hanno portato, inizialmente, in Rpr, famosa agenzia di relazioni pubbliche (Iri e Fiat), poi in Rai, dove fu assistente di Paolo Grassi e Sergio Zavoli, per accettare in seguito la sfida del rilancio dell’Istituto Luce, fino a ricoprire per dieci anni l’incarico di capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria alla presidenza del consiglio dei ministri. «Nel ’95 ci fu una rivoluzione del sistema mondiale della comunicazione, l’anno prima ero stato negli Usa e avevo toccato con mano i frutti di questi cambiamenti e volevo portarli in Italia, era la “information society”. Ma tutte le mie proposte non arrivavano a risultati. Il governo era in una fase di stallo. Intuii le potenzialità della trasformazione dell’informatica nelle telecomunicazioni e decisi, con sofferenza, di lasciare l’amministrazione per dirigere le relazioni esterne dell’Olivetti». Rolando usa le parole per dipingere fatti e persone e sullo sfondo il suo filo conduttore: la comunicazione. La stessa comunicazione oggi accusata di aver sottovalutato prima, ingigantito poi, la crisi economica.«Il problema è che la comunicazione pubblica ha perso il suo ruolo interpretativo, cioè quello di spiegare ai cittadini i cambiamenti della società e alle istituzioni cosa vuole il paese. Prima si facevano ricerche e si interpretavano i risultati. Ora si fanno solo sondaggi, si rasenta sempre la propaganda, e gli sportelli per il pubblico servono solo a tamponare il disagio, ma non accompagnano i cittadini nelle trasformazioni e nei cambiamenti». E di cambiamenti Rolando ne ha visti tanti, professionali e personali, per affrontare i quali si rifugia in un luogo virtuale, un libro, o in luogo reale, la figlia Amelia. Con lei, sin da piccola, ha condiviso la passione per il giornalismo, insieme scrivevano Taxi, e per i viaggi. Memorabile quello in Sicilia, alla scoperta «di luoghi archeologici e di gelaterie», facendo classifiche di entrambi. Chi ha vinto? «Nei siti, Selinunte. Nel percorso del gelato mantecato, il primo premio l’abbiamo dato a Josè, sul lungomare di Palermo, per il cioccolato all’arancia». Nelle foto dello studio grandi personaggi ritratti con Rolando, da Pertini a Rita Levi Montalcini, da Craxi a Fellini, da Bobbio a Ciampi.
 
L’auto
Chrysler PT Cruiser argento 2200 td. «Mi piacciono le auto con linea propria, con carattere, quelle che o le ami o le odi»
 
La penna
Rigorosamente una stilografica della Waterman, perché gli ricorda la nonnache «mi ha insegnato a quattro anni i rudimenti della scrittura e a riconoscere sui giornali i grandi della Terra»
 
L’oggetto
Il cliché di stampa del giornale del Liceo Carducci di Milano, Mr. Giosuè, di cui è stato direttore a 16 anni
 
Il viaggio
In Sicilia, con la figlia, per fare una classifica delle migliori gelaterie. «Il primo premio l’abbiamo dato a Josè, sul lungomare di Palermo, per il cioccolato all’arancia»
Stefano Rolando
Nato a Milano il 20 febbraio 1948
Professione Professore di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica e di Politiche pubbliche per le comunicazioni all’Università Iulm di Milano