Intervento di insediamento del presidente Fondazione “Francesco Saverio Nitti” (Potenza, 7.5.2010)

                                                                                   Fondazione Francesco Saverio Nitti                     
Seduta di insediamento del Consiglio di Amministrazione
Potenza, 7 maggio 2010
 
 
Intervento del Prof. Stefano Rolando
All’atto della nomina a Presidente
 
 

 
 

Ringrazio il presidente Vito De Filippo che ha introdotto la nostra seduta e tutti i membri di questo Consiglio – e in essi ringrazio i soggetti istituzionali e associativi che hanno costituito lo scorso 17 novembre la Fondazione – che mi fanno oggi l’onore di scegliermi come presidente di questa prestigiosa Fondazione, reputando che io possa dare un contributo concreto al “salto di qualità” organizzativo e di efficacia culturale e civile di un soggetto che – per i suoi scopi e per le sue caratteristiche – ha effettive grandi potenzialità.
Una in particolare: quella di rendere un effettivo servizio alla causa del nuovo patto tra istituzioni e società civile, necessario nel Mezzogiorno e nel Paese, attorno ad alcuni elementi che si concentrano, in Europa e nel mondo, attorno al significato dell’espressione identità competitiva.
Mi spiego in poche parole. Identità è oggi materia ineludibile. E’ risorsa, è radice, è esigenza di padroneggiamento della propria storia. Ma la finalità di questo presidio è quella di dare più forza al presente, più strumenti per combattere le crisi, più idee per disegnare prospettiva.
Più strumenti, più forza, più idee significano contribuire a qualificare la classe dirigente perché essa – e non un improbabile destino mescolato al caso redistributivo – assicuri meglio ciò che ogni territorio, ogni popolo, ogni società coesa nella propria storia domanda: crescere nell’equilibrio tra tradizione e innovazione, competere nell’equilibrio tra solidarietà e successo.
A tanti è chiesto di portare un contributo in questa direzione. A noi – qui, oggi, in questa terra di Basilicata, unendo forze e attenzioni che sono al tempo stesso locali, regionali, nazionali e anche internazionali – è chiesto di fare una parte che si fonda su un patrimonio di valori e di esperienze legato ad una personalità la cui vita, la cui opera scientifica e politica, la cui visione culturale, civile e istituzionale – lo abbiamo detto nella cerimonia costitutiva – ha grande modernità, grande senso per lo sviluppo delle problematiche attuali, grande potenzialità per aiutare a risolvere nodi e a disegnare prospettive. Nelle due componenti di questo disegno – tradizione e innovazione – sta dunque anche la chiave organizzativa dei contenuti del nostro lavoro: presidio alla valorizzazione di una storia, di un pensiero, di un legame interpretativo con il nostro passato prossimo; ma al tempo stesso uso degli strumenti della formazione, della ricerca e del dibattito civile e culturale per dare qualità e sostanza al bisogno di governo del futuro che tutti i soggetti che voi rappresentate hanno come mandato essenziale delle rispettive funzioni.
Abbiamo scritto in un documento programmatico questo approccio. Assumendo l’incarico che mi fate l’onore di attribuirmi confermo non solo l’adesione puntuale a quel documento, ma anche l’intenzione fermissima di portare a realizzazione, nel mandato triennale, ciò che quel documento, per nulla retorico, esprime e propone. E’ un’impresa possibile solo con l’aiuto pieno e creativo di tutti voi e dell’insieme dei soggetti che rappresentate: Stato, Regione, Provincia, Comuni, Università e, nella sua pari importanza, il soggetto associativo che esprime la partecipazione della famiglia Nitti, di studiosi, di esperti e di cittadini che – per sentimento civile – vogliono essere partecipi alla realtà che ci accingiamo a promuovere.
Aiuto significa concorrere alle scelte e concorrere agli investimenti (quelli intellettuali, quelli finanziari, quelli organizzativi). E’ stato un processo di formazione di decisioni lungo; ma proprio per questo anche meditato. Sappiamo che quell’aiuto è anche un aiuto a noi stessi, noi stessi come istituzioni, come territori, come ambiti sociali. E’ un’idea che esprime spesso il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al quale va oggi il mio pensiero di riconoscenza per la ribadita attenzione che ha avuto in ordine alla costituzione della nostra Fondazione. E con lui anche al suo predecessore, il presidente Carlo A. Ciampi, che volle al Quirinale tutti i rappresentanti dell’allora costituita Associazione FSN e tra di essi il compianto ambasciatore Joseph Nitti che allora la presiedeva, per segnalare il rilievo per il Paese dell’impresa che ci accingevamo ad avviare. Questi alti gesti sono la misura di un’attesa. Una grande attesa. Che corrisponde a anche a quella degli insegnanti che hanno contribuito a fare con noi programmi di educazione storica e civile, ai ragazzi delle nostre scuole che vi hanno partecipato, agli studenti delle università che guardano con ansia al loro prossimo difficile inserimento nel mercato del lavoro, agli imprenditori e ai lavoratori che vogliono comunità di produzione sottratte ad ogni mafia, agli amministratori per bene che chiedono agli intellettuali, agli studiosi, ai ricercatori di non chiudersi nelle torri d’avorio ma di spendersi per il “buon governo”. Così come anche il nostro costituendo Comitato scientifico – che sarà autorevolmente presieduto dal prof. Giuseppe Galasso  - ci aiuterà a fare. E ci aiuterà ancora quella generazione – a cui appartiene la nostra presidente onoraria Maria Luigia Baldini Nitti – che ha pagato alti prezzi per la nostra libertà culturale e civile.
Il nome di Francesco Saverio Nitti consente di svolgere una parte – una parte con caratteristiche precisate – in risposta a queste attese. Sono certo che ce la metteremo tutta per dare sensate rispose.