Stefano Rolando. Percorso teorico, culturale e professionale nei testi monografici o coautorali
a cura di Margherita Drago
Margherita Drago, capo redattrice di Rivista italiana di comunicazione pubblica, ha curato la seguente nota di analisi del “percorso di scrittura” di Stefano Rolando limitata al campo della comunicazione pubblica e al trattamento in epoca più recente di questioni identitarie connesse alla comunicazione politica. Lettori e abbonati avevano più volte chiesto di fornire un quadro organico dei riferimenti bibliografici riguardanti studiosi ed esperti che maggiormente e più a lungo si sono misurati con i temi della comunicazione pubblica e delle discipline affini. La Rivista ha ritenuto di cominciare a produrre schede elaborate con dati e indicazioni fornite dagli autori stessi per contestualizzare in un quadro il più esauriente possibile tali percorsi di scrittura. Cominciando qui con lo stesso direttore della Rivista.
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Dal 1986 al 1996
Provenendo da molteplici attività professionali nel campo della comunicazione (giornalismo, comunicazione di impresa, pubblicità, televisione e cinema), Stefano Rolando – nel 1985, a 37 anni – viene chiamato da Giuliano Amato (al tempo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra l’altro con la delega politica all’informazione e all’editoria), a ricostituire le funzioni e le attività della Direzione generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri allora denominata “delle Informazioni, dell’Editoria e della Proprietà letteraria, artistica e scientifica”.
L’esperienza tecnica e creativa, insieme ai profili di management pubblico acquisiti come dirigente della Rai (dal 1978 al 1982) e come direttore generale dell’Istituto Luce (dal 1982 al 1985 in una vera e propria rigenerazione aziendale), si misurano con uno scenario del tutto nuovo, anche in Italia: creare le condizioni per comunicare identità, politiche, norme, servizi e strutture in un paese ancora sovrastato dall’ombra del Minculpop ma che è ormai in condizioni di ripresa economica e sociale con un quadro interno da consolidare (rapporti tra istituzioni e società a valle dei lunghi anni del terrorismo) e in un quadro internazionale che assume caratteri sempre più competitivi (alla vigilia della costituzione del G7).
Per un anno e mezzo le direttrici di marcia sono l’organizzazione (con la derivata di costruire percorsi formativi per il personale da riconvertire) e il prodotto. Dunque le condizioni per creare un processo stabile per le funzioni (ancora senza alcuna normativa di riferimento) di informazione e comunicazione, insieme alle dimostrazione di risultati in vari settori (editoria, audiovisivi, pubblicità, comunicazione “grigia” o di servizio, eventi).
Il racconto di questo avvio di esperienza – scritto nel corso del 1986 con un occhio all’esterno (il mondo politico e quello professionale dell’informazione) ma anche uno all’interno delle pubbliche amministrazioni per spiegare e stingere – è contenuto in Il Principe e la parola, edito da Comunità nel 1987 (per iniziativa editoriale di Leonardo Mondatori che accoglie l’idea del testo nell’ambito di una collana saggistica ripresa dall’antica vitalità olivettiana, diretta da Giordano Bruno Guerri), con una prefazione di Giuliano Amato che spiega il senso del rapporto di servizio che si sta instaurando con le istituzioni in questo campo.
Nel 1987 lo stesso sottosegretario Amato, nella fase finale del lungo governo guidato da Bettino Craxi, aggiorna la normativa sui sostegni pubblici all’editoria giornalistica nel cui ambito dedica per la prima volta in forma esplicita la legittimità della pubblicità dello Stato e delle istituzioni. L’esperienza che si apre in tale segmento (le prima campagne, la costituzione di una commissione mista con gli operatori, le questioni finanziarie e la regolamentazione) è sotto i riflettori per le attese che media e agenzie esprimono riguardo ad una norma che tuttavia stenta a trovare nella P.A. copertura di bilanci e implica alcune forme farraginose. Ne esce un’analisi a metà strada tra chiarificazioni di percorso e tratteggio, anche teorico, delle opportunità, nel saggio Lo stato della pubblicità di Stato, edito da Il Sole 24 ore nel 1990. Testo che registra anche la trasformazione della vecchia direzione generale nel nuovo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, che trova posto nella riforma della Presidenza del Consiglio compiuta dal governo De Mita nel 1988.
Nel 1990 è promulgata anche una legge (la 241) che ribalta globalmente la cultura del silenzio e del segreto nella P.A. promuovendo quella della trasparenza e dell’accesso. Ha compiuto ormai un percorso piuttosto ampio la gestione davvero pionieristica di prodotto gestita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (ormai con continuità sotto diversi governi) e, grazie anche ai bisogni di maggiore legittimazione professionale che vengono sostenuti dalla Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale che lo stesso Stefano Rolando fonda a Roma, chiamando cento operatori pionieri nell’amministrazione centrale e territoriali sempre nel 1990, nonché grazie ad una prima teorizzazione della materia che dal 1986 impegna l’autore nelle università (allora di Roma, prima Luiss e poi Lumsa), si comincia a delineare un quadro analitico più complesso sotto il profilo disciplinare. Tra l’altro sempre nel 1990 si sono costituiti i corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e Rolando è membro della commissione ministeriale formata dal Ministro Ruberti e presieduta da Pietro Rossi per disegnare i profili delle materie e redige il profilo di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica e di Diritto all’informazione. Arrivano spinte anche sotto il profilo organizzativo interno alla P.A., nel cui quadro – con la direzione di Enzo Cardi – Rolando attiva il primo corso organico sulla materia alla Scuola Superiore della P.A.. Prende corpo in tali contesti, sempre edito da Il Sole 24 ore e scritto anche dopo un breve periodo di collaborazione e studio a Londra presso il Central Office of Information, il testo Comunicazione pubblica – Modernizzazione dello Stato, diritti del cittadino, con la prefazione di Claudio Martelli (allora vice-presidente del Consiglio dei Ministri e ispiratore di nuove campagne sociali in materia di immigrazione) e la post-fazione di Giuseppe De Rita (che con il Censis svolgerà un affiancamento costante allo sviluppo di questa disciplina). E’ il primo riferimento organico – tra il teorico e il professionale – per le adozioni universitarie in un quadro della pubblicistica che ha visto fino a quel tempo fiorire testi di comunicazione di impresa ma pochissimi approcci in questo settore.
Nel 1993 il decreto legislativo 29 (governo Amato, sottosegretario delegato Maurizio Sacconi) istituisce gli Urp e tra il ’94 e il ’95 entra in scena Internet. La P.A. apre realmente le porte all’utente. In questi due anni Rolando svolge – anche in qualità di presidente dell’Associazione fondata nel 1990 e di coordinatore del network europeo dei suoi omologhi (il Club di Venezia, fondato nel 1986 insieme al commissario europeo alla cultura e all’informazione Carlo Ripa di Meana e a 12 direttori generali dei paesi allora membri) – una ampia ricognizione su istanza del CNEL (presidente De Rita) sulla situazione di espansione della comunicazione nel settore pubblico in Italia. Una ricognizione critica, con analisi di radicamento e brevi saggi di inquadramento della materia, cominciando a coniugare comunicazione, marketing e tecnologie dell’informazione. Il corposo volume è pubblicato nel 1995 da La Bibliografica, di Milano, con il titolo La comunicazione pubblica in Italia e diventa a lungo un riferimento professionale e universitario. In volumetti separati Bibliografica ripubblica autonomamente le due introduzioni del testo, La comunicazione dello Stato di Stefano Rolando e Il marketing dello Stato di Giorgio Fiorentini.
Con l’estate del 1995 si completa il decennio di esperienza alla Presidenza del Consiglio.
Poco prima è uscito una sorta di “diario di viaggio” compiuto nelle innovazioni del sistema americano della comunicazione nel 1995La grande mela e altri frutti proibiti-Breve viaggio nell’America dei new-media, edizioni Armando, in cui il contenuto – per sollecitazione del direttore della collana Giampiero Gamaleri – è prevalentemente orientato ai new media.
Nel libro Un’altra idea di questo Stato. Dieci anni tra istituzioni e comunicazione, edito da Costa&Nolan nel 1996, su sollecitazione del curatore della collana Alberto Abruzzese, vi è invece il racconto – appassionato e pignolo al tempo stesso – dei dieci anni di lavoro e di realizzazioni effettuate (o anche non compiutamente ultimate) scritte con l’inchiostro di chi ha in corso una dolorosa pur se volontaria separazione. Lo presenteranno al Cnel Giuliano Amato, Gianni Letta, Giuseppe De Rita, Franco Bassanini, quattro interlocutori importanti di questa stagione.
Dal 1996 al 2006
Rolando accoglie dunque nel 1995 la proposta di Carlo De Benedetti, lascia la pubblica amministrazione ed assume l’incarico di direttore centrale e capo delle relazioni esterne del gruppo Olivetti, nella tumultuosa e interessante fase delle gemmazione dell’area delle tlc e della multimedialità ma anche poi della crisi dell’azienda. Lasciata un anno dopo la società di Ivrea e tornato in prevalenza a Milano si reimpegna nell’Università (dal 1993 lo IULM) e accetta a partire dal 1997 l’incarico di direttore generale del Consiglio regionale della Lombardia. La visione centralistica della comunicazione pubblica lascia spazio a nuove riflessioni. La funzione essenziale è sociale, accompagnare il cittadino a comprendere i cambiamenti. Territorio e tecnologie assumono nuovi rilievi. Nasce così – e diventa un punto avanzato di lettura per tutto il settore – un vero e proprio manuale (sempre con una scrittura a metà strada tra università e professione) che con il titolo Un paese spiegabile – La comunicazione pubblica nell’età del cambiamento, dell’autonomia territoriale, delle reti, viene pubblicato nel 1998 nella collana di Management pubblico diretta da Fabio Pezzani da Etas.Nello stesso anno pubblica scritti (raccogliendo articoli del periodo 1997-98) dedicati alla transizione identitaria di Milano nel libro La capitale umorale (edizioni Milano Metropoli).
Nel periodo 1996-2001 svolgerà anche corsi prima alla Università di Siena (Comunicazione pubblica) e poi all’Università di Lugano (Linguaggi istituzionali) grazie a cui alcune innovazioni metodologiche compaiono sia nel testo Un Paese spiegabile sia successivamente nel manuale pubblicato nel 2001 presso Etas.
Nel 1988 Rolando fonda Rivista italiana di comunicazione pubblica, trimestrale di orientamento analitico, con un importante comitato scientifico e una rete di collaboratori nell’università e nella professione. La rivista, con redazione a Roma coordinata da Margherita Drago, esce regolarmente dal 1999 e nel primo anno escono, sempre per i tipi di Franco Angeli, anche quattro numeri monografici che Rolando cura con altri studiosi e operatori: La customer satisfaction nel settore pubblico (insieme a Giampaolo Fabris), La comunicazione pubblica in Europa (con il network del Club di Venezia), La valutazione delle attività di comunicazione. Il caso della Regione Lombardia (con Stefania Tamborini) e Italia-Europa, identità e comunicazione (con Eugenio Lio).
In quel quadro di esperienze nel 1999 Luigi Berlinguer lo incarica, come suo consigliere, di analizzare i problemi che rendono il mondo della scuola italiana ancora silente e privo di comunicazione. Nasce, in un delicato periodo di ricerca e di discussione nel gabinetto ministeriale, un rapporto al Ministro con le argomentazioni e le indicazioni operative per creare con apposta norma l’organizzazione centrale e territoriale del sistema comunicativo della scuola, mobilitando 1500 operatori in nuove funzioni. La scuola e la comunicazione è edito nel 2000 da Franco Angeli.
Nel 2001 sulla revisione ampia del libro Un Paese spiegabile, grazie al maggiore radicamento della materia nell’Università e grazie soprattutto alla scelta compiuta nello stesso anno di lasciare, a 53 anni e dopo 25 anni, la carriera dirigenziale superando il concorso a cattedra in Economia e gestione delle imprese alla Facoltà di Economia di Ca’ Foscari sostenendo una prova didattica sulle relazioni e le distinzioni tra comunicazione di impresa e comunicazione pubblica (e chiamata poi di ruolo dall’1 settembre all’Università IULM, per una volontà all’origine del rettore Francesco Alberoni attuata dal suo successore Gianni Puglisi), Etas pubblica il manuale (con contributi anche del team di ricerca e di collaborazione didattica che fa capo al prof. Rolando) Teoria e tecniche della comunicazione pubblica, che conoscerà tre edizioni aggiornate e nel 2003 una prima larga revisione con ampliamenti anche on line.
Sempre nel 2001 per segnalare l’attenzione ad un specifico momento della vita universitaria e trarre orientamenti dal numero ormai elevato di studenti portati alla tesi di laurea coordina il volume Preparare e scrivere la tesi in Scienze della Comunicazione, con prefazione di Alberto Abruzzese edito nelle Guide per l’Università da Sansoni. Nel 2002 scrive il capitolo Public Affairs (con la collaborazione di Stefania Romenti) in Relazioni Pubbliche – Le competenze e i servizi specializzati a cura di Emanuele Invernizzi, edito da Mc Graw Hill, segnalando l’opportunità di dedicare al tema un approfondimento anche parallelo ad uno specifico lavoro formativo. E nello stesso anno trae spunto da attività di formazione e da esperienze consulenziali di particolare originalità per coordinare un fascicolo monografico della Rivista sul tema La comunicazione di crisi e di emergenza (n. 13/2002, Franco Angeli).
Nel 2003 esce un’analisi del ripensamento dei modelli organizzativi delle assemblee regionali italiane curato insieme a Bruno Susio e Pietro Curzio, in cui pone le basi di un più organico lavoro di ricerca e proposta sullo sviluppo delle funzioni comunicative e relazionali delle assemblee insieme alle funzioni di controllo e valutazione come ambiti innovativi di organizzazioni per lo più limitate alla assistenza legislativa e alla gestione delle risorse (Per essere Parlamenti–L’innovazione dei modelli organizzativi delle assemblee regionali, prefazione di Adriano de Maio, editore Guerini). Sempre nel 2003 il Ministro per l’Innovazione e la Tecnologia Lucio Stanca lo incarica di redigere il capitolo su L’e-democracy, di cui è coautore con Alessandro Papini, nel Rapporto innovazione e tecnologie digitali in Italia, a cura dell’Ufficio Studi del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, prefazione di Lucio Stanca, edito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per l’informazione e l’editoria, ottobre 2003.
Ancora coniugando formazione ed esperienze originali di ricerca scrive nel 2004 Verona. La comunicazione al servizio dei cittadini e dello sviluppo (in cui è coordinatore e autore del Rapporto dell’Università Iulm per il Comune di Verona contenuto nel dossier edito da FrancoAngeli); e Cliente&Cittadino – Indagine sulla percezione sociale del valore dei servizi pubblici, in cui è coautore con Nadio Delai, per l’ Istituto Civicom e Confservizi, edito da Ufficio Comunicazione Confservizi.
Una più ampia scrittura – a cui partecipano ancora molti collaboratori – è nei due volumi editi da Franco Angeli nel 2004 in cui il concetto stesso di comunicazione pubblica e la nozione di pubblico entrano in una nuova e più ampia prospettiva: La comunicazione di pubblica utilità – Vol. 1 – Identità, politica, istituzioni, P.A. in cui è coordinatore e autore di 26 testi contenuti; eLa comunicazione di pubblica utilità – Vol. 2 – Società, economia, cultura, in cui è coordinatore e autore di 6 testi contenuti.
Il Ministro per la Funzione Pubblica Luigi Mazzella lo incarica nel 2004, come suo consigliere, di realizzare una vasta ricognizione critica a livello di tutta la P.A. italiana sullo stato della comunicazione istituzionale. Il rapporto viene pubblicato dallo stesso Dipartimento per la Funzione Pubblica nel 2005 (reso anche disponibile sul sito) come Rapporto al Ministro per la Funzione Pubblica sulla situazione e le tendenze della comunicazione istituzionale in Italia e costituisce un riferimento per comprendere problemi risolti e aperti nell’attuazione della legge 150 nel primo ciclo di applicazione.
Nel 2005, a valle di un laboratorio formativo promosso in IULM in convenzione con il MIUR e dedicato ai dirigenti scolastici, coordina il volume Scuola, comunicazione e relazioni con il territorio(con Riccardo .Fedriga e Patrizia Galeazzo, prefazioni di Mario G.Dutto e Gianni Puglisi) edito da Franco Angeli. Si collocano altresì nel lavoro sperimentale che Rolando sviluppa dal 2002 all’Università IULM attraverso i master universitari nel settore della comunicazione pubblica le pubblicazioni dei dossier creati nell’ambito dei master sui temi: Strategie comunicative e relazionali della provincia di Monza e Brianza, a cura di D.De Carlini, P.De Rosa, A.Pangallo, prefazione di Stefano Rolando, Arcipelago, 2005;Il cantiere della comunicazione pubblica, project work dei partecipanti al master in Management delle R.E. e della comunicazione nella P.A. e nei servizi di pubblica utilitàin IULM, prefazione di Stefano Rolando, Arcipelago, 2006. Tra le recenti attività di ricerca condotte nell’ambito e dell’Università IULM e della Fondazione Università IULM va ricordata ancora la pubblicazione di Processi di comunicazione istituzionale integrata. Progetto Formez per la Provincia di Lecco, in collaborazione con Makno, Deloitte e Milano Comunicazione, nota introduttiva di Stefano Rolando, Arcipelago, 2004.
Nel triennio 2007-2009
In questo triennio prosegue centralmente il lavoro in Università IULM e per Fondazione Università IULM. Ma si riaprono attenzioni su molteplici aspetti culturali e civili. Porta a compimento a Melfi la costituzione della Fondazione “Francesco Saverio Nitti” (a fine 2009), partecipa al gruppo di lavoro che, con la direzione di Luigi Covatta, rilancia la nuova serie della rivista Mondoperaio, opera nel comitato scientifico della Fondazione Craxi, partecipa ai lavori del Comitato scientifico dell’Unesco-Bresce a Venezia, è chiamato dal Ministero per le Comunicazione a far parte del Consiglio superiore delle Comunicazioni. Porta fino al decimo anno di pubblicazioni Rivista italiana di comunicazione pubblica, mantiene a Roma il presidio del comitato scientifico di Civicom e presiede altresì l’Advisory board di Forum PA in cui nel 2008 e nel 2009 realizza “Colloqui a scena aperta” intervistando in pubblico personalità politico-istituzionali.
Ai primi del 2007 è pubblicata la ricerca su La democrazia partecipativa in Italia e in Europa. Regole e prassi del rapporto fra democrazia e comunicazione, coordinata da Stefano Rolando e presentata a fine 2005 al convegno promosso a Milano dalla Fondazione Università IULM in collaborazione con le Rappresentanze della Commissione Europea in Italia, ricerca pubblicata come dossier monografico da Rivista italiana di comunicazione pubblica n. 30/2006 sia come volume promosso dalla Rappresentanza a Milano ella Commissione UE con l’editore Franco Angeli. Al tema della democrazia partecipativa è dedicata ormai un’attenzione costante come uno degli sviluppi teorico-applicativi della comunicazione pubblica e della creazione (in Italia materia sconosciuta) dei “dibattiti pubblici”.
La ricerca avviata nel 2005 Il fattore immagine nella relazioni tra Italia e Romania, (con la collaborazione di Lorenzo Bernorio), presentata nel 2005 in un convegno promosso a Bucarest dai Ministeri degli Esteri di Italia e Romania è pubblicata nel 2007 da Franco Angeli.
Avvia nel 2007 l’elaborazione del testo Economia e gestione della comunicazione delle organizzazioni complesse(primo organico tentativo compiuto anche nel quadro della produzione scientifica connessa al Raggruppamento disciplinare di Economia e gestione delle imprese di confrontare i percorsi teorici e applicativi delle funzioni comunicative dei soggetti economici e dei soggetti istituzionali). Il lavoro prevede la conclusione alla fine del 2009 e la pubblicazione con CEDAM ai primi del 2010. Un primo studio sulle convergenze tra comunicazione pubblica e comunicazione di impresa.
Sempre nel 2007 Stefano Rolando avvia un’elaborazione sul tema Come comunicare una nuova idea dell’Europa a cui dedica da tempo numerose occasioni di lezioni e conferenze per affinare l’approccio nel dibattito che connette l’anno del 50° dei Trattati di Roma al 2009 anno della nuova legislatura del Parlamento Europeo. Esso trova però una conclusione sintetica nella relazione nel 2008 al think-thank di Glocus (Linda Lanzillotta) dedicato ai temi dell’identità europea e pubblicato con il titolo Transmitting Europe. From great values to small interstices – in Democracy and globalisation (Glocus, 2008)
Ampio il lavoro di scrittura nel 2008. Nell’ambito delle scienze della comunicazione cura e coordina il testo di ricerca presso Fondazione IULM (per Camera di Commercio Milano e Provincia di Milano) sul tema Brand Milano, pubblicato da FrancoAngeli; e cura (con Ariela Mortara) il capitolo Branding, Comunicazione, Pubblicità nell’ambito del Libro bianco sulla creatività in Italia, a cura di Walter Santagata, rapporto per il Ministero per i Beni Culturali pubblicato da Università Bocconi Editore; scrive altresì il capitolo Sociedad civil, prensa y opinion publica en el futuro de la UE , pubblicato dall’ Istituto Vasco de Admninistraciòn Publica di Bilbao.
Ampio il lavoro di scrittura nel 2008. Nell’ambito delle scienze della comunicazione cura e coordina il testo di ricerca presso Fondazione IULM (per Camera di Commercio Milano e Provincia di Milano) sul tema Brand Milano, pubblicato da FrancoAngeli; e cura (con Ariela Mortara) il capitolo Branding, Comunicazione, Pubblicità nell’ambito del Libro bianco sulla creatività in Italia, a cura di Walter Santagata, rapporto per il Ministero per i Beni Culturali pubblicato da Università Bocconi Editore; scrive altresì il capitolo Sociedad civil, prensa y opinion publica en el futuro de la UE , pubblicato dall’ Istituto Vasco de Admninistraciòn Publica di Bilbao.
Nel campo specifico della comunicazione pubblica dedica il numero 38 di Rivista italiana di Comunicazione pubblica (Franco Angeli) al trattamento monografico dell’ampliamento del perimetro della disciplina, pubblicando il materiale didattico sul tema La comunicazione di pubblica utilità, terza stagione di una funzione strategica.
Nel campo della scrittura dedicata al tema memoria e identità pubblica nel 2008 a luglio Quarantotto. Argomenti per un bilancio generazionale, edito da Bompiani e a novembre Il mio viaggio nel secolo cattivo(colloquio con Maria Luigia Baldini Nitti) edito da Bompiani. Prosegue su questo filone nel 2009 portando a termine e pubblicando una ricerca per Fondazione Craxi che esce, con l’editore Marsilio a luglio, con il titolo Una voce poco fa. Politica media e comunicazione nella vicenda del Partito Socialista italiano 1976-1994, in autunno pubblica sul fascicolo n. 6 di Mondoperaio il lungo colloquio dal titolo Settanta domande a Manlio Cancogni e a fine novembre ancora con Bompiani il libro-intervista Le nostre storie sono i nostri orti, ma anche i nostri ghetti (un colloquio con Marco Pannella in prossimità degli 80 anni del leader radicale).
Nel 2009 vi è anche una ripresa di attenzione per il tema delle politiche pubbliche in materia di comunicazioni (che dal 2010 sarà oggetto di un nuovo e specifico corso universitario alla IULM): coordina prima dell’estate il dossier, con oltre trenta contributi, sul tema Politica&Comunicazioni (Mondoperaio 3/2009) e pubblica a novembre il volume curato e coordinato Politiche pubbliche per le comunicazioni (Etas) con prefazione di Enzo Cheli.
Infine nel 2009 esce con Arcipelago il secondo rapporto sul tema Il fattore immagine nelle relazioni Italia-Romania(questa volta realizzato con Fondazione Università IULM per Unimpresa Romania) nel quadro di un biennio di grandi tensioni sociali seguite all’ingresso della Romania nella UE e alla forte immigrazione romena in Italia. Avvia nel 2009 la scrittura del libro-dossier Romania. Lettera agli italiani, su venti anni di relazioni bilaterali, con la prefazione di Andrea Riccardi, in pubblicazione nel 2010.
Articoli su riviste
Sono infine oltre 400 gli articoli e saggi di carattere generale o settoriale pubblicati in questi anni su riviste specializzate, al di là degli articoli sulla stampa quotidiana e periodica e gli interventi di tipo giornalistico (dichiarazioni, commenti, interviste) che accompagnano il percorso di testi più significativi prima descritto.
Dal 1999 la maggior parte degli articoli divulgativi trova spazio su Rivista italiana di comunicazione pubblica (editore Franco Angeli, di cui Stefano Rolando è direttore) che ha curato e pubblicato l’indice ragionato per temi e per autori, anche consultabile nei siti www.francoangeli.it e www.civicom.it).
Alcuni approcci ad aspetti settoriali della comunicazione pubblica (educazione, scuola, università, ambiente, crisi ed emergenza, affari sociali, sicurezza, eccetera) sono contenuti nei due segnalati volumi La comunicazione di pubblica utilità (Franco Angeli, 2004) che ha raccolto contributi specifici in larga parte pubblicati dalla Rivista.
Articoli sulla tematica istituzionale e regionale sono contenuti nella rivista Parlamenti Regionali , quadrimestrale, edita da Franco Angeli, di cui Stefano Rolando è fondatore ed è stato direttore dal 2001 alla fine del 2006, anche nella sua qualifica di Segretario generale della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali (sommari in www.parlamentiregionali.it).
Articoli sono poi stati pubblicati sulle riviste Il Mulino, Micro&Macro Marketing, Problemi dell’Informazione, Comunicazione Politica, Economia della Cultura (tutte pubblicate dal Mulino) e dalle riviste Sinergie, Pol.is, Mondoperaio, Critica Sociale.