I 60 anni del Mulino (Bologna, 6 settembre 2011)

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I 60 anni di vita del Mulino – associazione di cultura politica fondata a Bologna nel 1951 attorno ad una rivista da giovani ex compagni di scuola e di università alla ricerca nel dopoguerra di riscatto dal fascismo ma anche di pluralismo  nella città già dominata dal Partito Comunista – sono stati ricordati ieri sera da Luigi Pedrazzi, Paolo Pombeni, Piero Ignazi, Stefano Rolando e Luigi Covatta alla Festa Nazionale Socialista in svolgimento a Bologna dal 3 all’11 settembre. Nel nome di Federico Mancini, uno di quei giovani, che fu ordinario di Diritto del lavoro e membro del CSM, intellettuale di punta del riformismo socialista, scomparso nel 1999.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori, ha ricordato gli esordi, le ragioni del sodalizio che reagiva al fascismo alle spalle e al comunismo incombente, raccontando anche i caratteri di interesse e di attrattività della città di Bologna in quella fase storica. Paolo Pombeni ha caratterizzato il ruolo del Mulino come anima critica della cultura del primo centro-sinistra. Stefano Rolando ha raccontato il frammento di esperienza della rivista nel ’68, quando si tentò un “laboratorio generazionale” tra quarantenni e ventenni cercando di interpretare il cambiamento sociale e culturale  e la necessità di raccontare le spinte innovative del “decennio kennediano”. Piero Ignazi (attuale direttore della rivista) ha parlato del Mulino oggi e della possibilità di continuare a fare cultura politica  non solo per parlare alla classe dirigente. Luigi Covatta –  direttore di Mondoperaio, che ha moderato l’incontro – ha ricordato la figura di Federico Mancini, che ebbe ruolo anche nella stagione più creativa e progettuale della rivista socialista fondata da Pietro Nenni.

pubblicata da Stefano Rolando il giorno mercoledì 7 settembre 2011 alle ore 12.03