Handicap concorso nazionale Fish a Roma. Fondazione IULM partner. Intervento Stefano Rolando
Sapete come mi trattano?
A Roma la consegna dei premi del concorso nazionale sull’handicap promosso dalla Fish.
Fondazione Università IULM tra i partner. Intervento del prof. Stefano Rolando
(19 settembre 2010) – Svolta ieri alla Aranceria di San Sisto a Porta Metronia a Roma la prima edizione del concorso nazionale “Sapete come mi trattano ?” promosso dalla FISH-Federazione italiana per il superamento dell’handicap.
Discorso introduttivo di Pietro Vittorio Barbieri, presidente della FISH e contributo di Giampiero Griffo (Disabled Peoples’ Interrnatyional).
Consegnati i premi (tre per categoria) nell’ambito delle sceneggiature (corti e spot), delle vignette, della fotografia e dei cortometraggi realizzati.
Ha presentato l’incontro Giulio Marcon portavoce della campagna “Sbilanciamoci”.
Sul sito www.fishonlus.it il quadro completo dei risultati e in particolare nel sito dedicato al concorso http://www.sapetecomemitrattano.it/
Il prof. Stefano Rolando, docente all’Università IULM (nel cui ambito si sono svolte precedenti iniziative in collaborazione con la FISH) e per conto di Fondazione Università IULM che è partner del concorso nazionale (per iniziativa congiunta con il prof. Vincenzo Russo e la collaborazione del dott. Maurizio Trezzi) è intervenuto, come membro del comitato d’onore, alla cerimonia consegnando il primo premio alla sezione Cortometraggi, vinto da Emanuele Pisano con il filmato “Il mio nome non è importante”.
Il prof. Rolando, portando il saluto dell’ateneo e della Fondazione, ha tra l’altro detto:
“ Ormai da qualche tempo la Fish si orienta in modo stabile, programmato, progettuale verso una vera e propria politica di comunicazione sociale. Ciò induce a due riflessioni a margine delle motivazioni del premio che sto per leggere. La prima riguarda il rapporto con il sistema universitario che qualcuno vorrebbe – nel campo delle scienze delle comunicazioni – essere dominato solo da contenuti che riguardano la società e l’economia del successo. Approfittandone per varie critiche attorno alle “scienze effimere”. Ora l’esperienza di chi opera in ambiti in cui vi è una rispondenza interessante di studenti e docenti attorno a segnali legati allo spazio della critica civile per i problemi del nostro tempo, quindi necessariamente per questioni anche dolorose e difficili, dimostra che vi è responsabilità nel coniugare studi e ricerca anche attorno ai nodi che vanno superati per migliorare il benessere sociale e per fare della qualità sociale un tema non di contemplazione ma di iniziativa. Su questo rinnovo il valore della collaborazione con la Fish. In secondo luogo vorrei far cenno al tema dei linguaggi. Vi è un linguaggio da addetti ai lavori nelle comunicazioni di un soggetto che opera su uno specifico tema sociale. Esso va rivisto alla radice, senza paure e senza complessi, quando – come state facendo – si tratta di passare a dialogare con il largo pubblico. Mantenendo (e questo concorso dimostra che si può fare ad un livello ragguardevole) sì un punto di coerenza con la propria specificità e le proprie valorialità, ma non avendo paura di parlare anche i linguaggi invalsi dal vasto numero di potenziali spettatori, pena mantenere la discriminazione nei criteri di lettura e di accoglienza dei messaggi. Da questo punto di vista la collaborazione tra i soggetti della rappresentanza sociale e l’università ha un valore di ricerca e di sperimentazione attorno a cui, insieme al collega prof. Russo, desidero confermare il più vivo interesse”.