Sulla parola “congedo”
Non ci sono solo congedi dagli essere umani. Con la parola “congedo” ho una antica prudenza. Il dizionario etimologico parla di “facoltà o licenza di partire” ma anche di “commiato brusco“. Nell’antico italiano era “combiàto” o anche “congiàto” ovvero “congio“. Risale al latino “commeatus“, poi contrattosi.
Essere soggetti attivi o passivi di un congedo è sostanzialmente altra cosa. Ma resta alla fine sempre un riverbero interattivo che rompe un equilibrio – con persone, luoghi, oggetti – e ne prolunga poi una sorta di infranta (a volte vaga, a volte struggente) nostalgia ricompositiva. Oppure separa, restituendo la serenità della distanza. Quindi spettro di sentimenti che ormai molte volte all’anno, nella vita adulta, è provocato dallo strappo inevitabile. Quello a cui, anche in caso di evidenti malattie, non si è mai abbastanza preparati. L’angolo di un sito è un piccolo porticciolo, una insenatura riparata, per collocare qualche parola laddove, a congedi avvenuti, non sono più le parole a viaggiare, ma appunto le memorie.
Essere soggetti attivi o passivi di un congedo è sostanzialmente altra cosa. Ma resta alla fine sempre un riverbero interattivo che rompe un equilibrio – con persone, luoghi, oggetti – e ne prolunga poi una sorta di infranta (a volte vaga, a volte struggente) nostalgia ricompositiva. Oppure separa, restituendo la serenità della distanza. Quindi spettro di sentimenti che ormai molte volte all’anno, nella vita adulta, è provocato dallo strappo inevitabile. Quello a cui, anche in caso di evidenti malattie, non si è mai abbastanza preparati. L’angolo di un sito è un piccolo porticciolo, una insenatura riparata, per collocare qualche parola laddove, a congedi avvenuti, non sono più le parole a viaggiare, ma appunto le memorie.