Finanza&Mercati (14 dicembre 2010). Nota sulla conferenza nazionale di statistica
Finanza&Mercati – Punto di vista – martedi 14 dicembre 2010
A Roma il 15 e 16 dicembre la decima conferenza nazionale di statistica
A Roma il 15 e 16 dicembre la decima conferenza nazionale di statistica
Fare societing al tempo delle scienze esatte
Stefano Rolando
Il 15 e il 16 dicembre a Roma un evento che interessa istituzioni e mercati in ugual modo. E – ponte tra questi due mondi conflittuali ma obbligati a parlarsi e intendersi – interessa il sistema dei media, vecchi e nuovi. Dovrebbe interessare anche politici, giornalisti, comunicatori alla ricerca di nuovi copioni per la loro recitazione professionale. Nuove storie da raccontare in un periodo in cui la sceneggiatura pubblica è folle e banale, fuori tema e rissosa, faziosa e frammentata. Le nuove storie sono quelle finalmente della verità. La verità più approssimata, più aderente all’andamento reale delle cose, più nel cuore dei fatti e lontana dal percepito (fatto d’ansia, manipolazioni, allarmi, selezione spettacolaristica). Chi ha letto queste prime righe non rischia di dover indovinare, perché i giornali fanno i titoli esattamente per evitare indovinelli. Un titolo l’avrei fatto a tradimento – per esempio “200 intellettuali per due giorni attorno alla percentuale della verità” – per mettere i lettori in gara nel percepire la priorità del tema. Si tratta della statistica. Quella ufficiale, di un sistema con al centro un istituto nazionale e poi competenze diffuse nelle articolazioni istituzionali e in realtà associative, imprenditoriali, sociali. La statistica prende questo nome anticamente proprio per ragionare sugli aspetti strutturali degli stati ma nel tempo ragiona sempre più sulla società, tanto che il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, propone un cambio di parola passando dalla vecchia statistica alla più corrispondente societistica. Esattamente come Giampaolo Fabris aveva mutato la parola marketing (approccio al vendere) in societing ovvero approccio a interpretare tutti i comportamenti di consumo, attesa, bisogno, desiderio.
Non si sa se la Conferenza nazionale di statistica, presente il presidente Giorgio Napolitano, avrà il potere di cambiare il lessico disciplinare. E’ evidente – guardando il programma [1] – che i mediatori di informazione, comunicazione, relazioni sociali, public affairs, uffici studi (compresi consulenti, advisors, analisti) hanno l’opportunità di affrontare alcuni quesiti che li riguardano (e ci riguardano) da vicino:
– dopo le vicende della Grecia (paese UE e zona euro) in cui la manipolazione statistica ha rischiato di innescare una bomba dilaniante per l’economia e la finanza in Europa, abbiamo certezza di affidabilità, rigore e trasparenza del nostro sistema di statistica?;
– nei talk-show l’arbitro di umori, aggressività o bonarietà dei contendenti è sempre più un sondaggista, che richiama all’ordine non proponendo dati reali ma fornendo indicazioni sul percepito della gente, cioè sull’umore di consumatori-elettori-sostenitori-oppositori in relazione a come l’agenda setting (patto tra i poteri per la gerarchia delle notizie) fornisce loro sensazioni sull’andamento stesso; dato questo tradizionale spettacolo, non sarebbe bene sentire anche cifre vere e andamenti stra-misurati (in un paese in cui politici di governo dichiarano che in piazza c’era un milione di persone e dirigenti di polizia loro dipendenti ne dichiarano duecentomila)?;
– per assicurare una modalità competitiva rispetto a paesi forti nell’attrarre risorse, è evidente che certezza, accessibilità, comprensibilità dei dati, compresa velocità dell’aggiornamento e fornitura in relazione a bisogni diversi e accertati (un intelligente marketing sociale) deve costituire presidio funzionante; in Europa, nel sistema-Stato, nel territorio, questo servizio/accesso è a misura del bisogno di chi mette capitali, lavoro e progetti nella nostra economia?
Per connettere queste dimensioni Enrico Giovannini aprirà i lavori ponendo questioni. E li concluderà offrendo un patto a istituzioni, media e società. Per avviare una borsa dei bisogni di qualità della statistica consentendo ai fruitori di misurare l’adeguatezza del sistema. La curiosità è forte. Giovannini – professore di Stastica, già capo della statistica Ocse – sta ragionando sull’Italia di domani. E’ parte di una cultura dei civil servants competenti non trincerata dietro l’alibi di crisi e disastri che mette responsabilità e competenze in tensione con una domanda che deve emergere meglio.
(Università IULM, stefano.rolando@iulm.it)
4215