Esito delle presidenziali in Romania il 6 dicembre nei rapporti Romania-Italia
sul sito della rivista Mondoperaio
http://www.mondoperaio.it/site/home_blog/297/blog.aspx
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Il 6 dicembre si svolge in Romania il ballottaggio per le presidenziali. Il presidente della Repubblica uscente Traian Basescu (di orientamento liberal-populista), che ha ottenuto il 32,43% del voto popolare al primo turno, si confronta con il presidente del Senato Mircea Geoana, socialdemocratico, che ha ottenuto il 31,16% e che ha stretto un patto elettorale con il terzo arrivato il liberale Crin Antonescu che a sua volta ha ottenuto il 20,02%. Sulla carta il risultato sembrerebbe segnato da questa coalizione ma gli analisti non danno il risultato per acquisito. Avendo svolto nel corso dell’anno alcune ricerche sui rapporti bilaterali, ho sollecitato amici e colleghi romeni a rispondere – per il dibattito che questo sito ospita – alla domanda riguardante il rapporto tra l’esito di questa elezione e il quadro dei rapporti comunitari con particolare attenzione a quelli con l’Italia che tale esito può orientare. Questa la risposta che ho avuto (Stefano Rolando).
“Negli ambienti economici e culturali legati alla bilateralità italo-romena si osserva che la Romania potrebbe essere a un passo dalla fine della crisi politica che ha messo in pericolo la stabilità dell’economia di uno dei più importanti partner commerciali dell’Italia in Europa. Questo esito è riconducibile all’ipotesi che il secondo giro delle elezioni presidenziali del 6 dicembre sia vinto da un diplomatico di carriera rispettato in Europa, con un profilo che la campagna elettorale ha dimostrato diametralmente opposto a quello dell’attuale presidente Traian Basecu. Dopo il primo turno di domenica scorsa, dunque, meno di due punti percentuali separano Basescu dal principale contro-candidato, l’ex ambasciatore e ministro degli Esteri Mircea Geoana, attuale leader del partito socialdemocratico e presidente del Senato. Entrambi i lati della carriera di Geoan?, sia quello diplomatico che quello politico, sono alla base di una posizione di crescente favore innanzi tutto della comunità intellettuale, poi della comunità economica internazionale che sta scommettendo sullo sviluppo del paese e anche delle cancellerie europee. Anche se pochi – tra gli operatori esteri – lo ammettono a voce alta. In realtà il messaggio di unità e riconciliazione e le soluzioni economiche applicabili proposte da Geoana sembrano trovare riscontro crescente nei romeni,che escono da un pesante anno di crisi, in contrasto con il profilo “combattente” di Basescu. A differenza di Basescu, Geoana ha dimostrato la capacità di trovare il consenso e implementare agende difficili varie volte. Come capo della diplomazia romena tra il 2000 e il 2004, è stato uno degli architetti della integrazione della Romania nell’UE e NATO. Come leader socialdemocratico è riuscito a mantenere l’unità in un partito complesso, portandolo su una linea in cui si riconoscono molti soggetti del riformismo continentale. La sua attenzione per i temi dell’economia mondiale ha reso possibile una sua analisi della problematica della crisi con cui la Romania si confronta oggi con il quadro interno e internazionale, partendo da un risultato non banale, quello di essere oggi – in termini di grandezze – la seconda economia nella Europa dell’Est”.