Discussione al Tagiura a Milano su libro Rolando. Sintesi di Marco Vitale su intervento Bassetti

9 marzo 2011
BASSETTI: IL MODELLO CLN PER BATTERE LA MORATTI
Nell’ambito dei “Lunedì al Tagiura” sul libro di Stefano Rolando sulla comunicazione pubblica, l’ex presidente della Regione Lombardia ha detto che quando ci sono obiettivi superiori da perseguire e da raggiungere si possono anche formare coalizioni non omogenee ma concordi sugli obiettivi. E ha aggiunto che l’unico che può contrastare l’attuale sindaco è Giuliano Pisapia, persona non scelta dal Pd e, anzi, ostacolata in varie forme proprio dal Pd.
 
Nell’ambito dei “Lunedì al Tagiura”, discussione il 7 marzo sul libro di Stefano Rolando (appena uscito con Etas) La comunicazione pubblica per una grande società. Una serata con due volti: nella prima parte Marco Vitale ha moderato/animato il dibattito, insieme a Piero Bassetti e a Marco Garzonio. Nella seconda parte, discutendo del “laboratorio Milano”, si sono aggiunti – insieme a molti altri interventi – Bruno Tabacci, Fiorello Cortiana, Franco D’Alfonso, Maria Giulia Marini.
Partiamo dalla seconda parte della serata, quella in cui si è discusso del “laboratorio Milano” e cioè di come l’avviata campagna elettorale per le municipali possa essere ambito di nuove forme di partecipazione e di racconto sulle trasformazioni della città e sulle attese verso un processo pubblico più trasparente. Piero Bassetti ha dato voce ad una visione della società civile che interviene nel dibattito non aspettando solo dai partiti soluzioni ma ponendo alcuni parametri per il necessario cambiamento. Ha sottolineato l’indebolimento della presenza degli “intermediari della comunicazione” (sostanzialmente i giornalisti) che filtrano e danno autorevolezza alle notizie. Senza questo ruolo di professionalità responsabile si cade nell’informazione spettacolo che è trascinata dal peggiore modello televisivo dove l’obiettivo non è più quello di informare gli elettori ma di manipolarli e al massimo di dividerli.
Soprattutto Bassetti ha ricordato che quando ci sono obiettivi superiori da perseguire e da raggiungere si possono anche formare coalizioni non omogenee ma concordi sugli obiettivi, sul modello CLN che si formò per affrontare il problema della fine del regime mussoliniano. Ed ha affermato che ormai l’unico candidato in grado di contrastare la pessima gestione della città da parte del sindaco Moratti e dalle forze che la sostengono è Giuliano Pisapia, persona non scelta dal Pd ma anzi dallo stesso Pd ostacolato in varie forme.Sulla necessità di un cambiamento nell’informazione si sono associati, con sfumature di posizioni ma con una sostanza di convergenti valutazioni, tutti gli intervenuti: Bruno Tabacci, Carlo Montalbetti, Fiorello Cortiana, Franco D’Alfonso, Marco Garzonio, Guido Broich, Franco Rebuffo. Marco Vitale ha sottolineato che se da una parte c’è la politica della iperassicurazione che tende a far nascere un senso di responsabilità nei lettori, vi è anche un eccesso di terrorismo informatico su tanti temi (come il lavoro giovanile, i temi ambientali, i temi delle epidemie sanitarie) che hanno l’effetto di acquisire la natura di forme di “management by terror” che è altrettanto criticabile.
 
La prima parte della serata ha visto Stefano Rolando, professore all’Università IULM di Milano e già direttore generale in istituzioni e imprese, effettuare alcune riconsiderazioni di fondo sulla comunicazione pubblica, non intesa solo come ambito dei servizi delle pubbliche amministrazioni per i cittadini secondo le normative vigenti ma soprattutto come “clima del dibattito pubblico”. Ovvero come opportunità di soggetti pubblici ma anche sociali, associativi, privati e di impresa di affrontare temi di interesse pubblico sfidando le regole dell’agenda setting (negoziato tra poteri e media sulla gerarchia delle notizie), ampliando le condizioni della democrazia partecipativa e contribuendo alla rappresentazione della “identità competitiva e solidale” dei territori, delle città e del paese. In questo approccio serve avere chiara la differenza tra propaganda e servizio (“Non solo quando la propaganda è accertata dalla storia, ma anche quando agisce nei contesti in cui viviamo attraverso più sottili manipolazioni della verità”) e serve discutere sul rapporto tra nuovi media e democrazia utilizzando il vasto laboratorio che il Mediterraneo ci mette a disposizione.
Piero Bassetti ha apprezzato la visione critica di uno sviluppo della comunicazione pubblica non come esclusivo presidio dello stato-nazione riconsegnando alla società civile ambiti di responsabilità, “nella misura in cui essa è capace di prenderseli e di esprimere visione e progetto”, e aprendo una riflessione sul web come espressione della condizione locale e globale che sta marginalizzando la concezione degli stati e dei confini. Marco Garzonio ha introdotto la questione del rapporto tra soggetti pubblici, opinione pubblica e sistema dei media “rispetto a cui conta – guardando al futuro – una formazione più critica non solo degli operatori ma anche dei cittadini”.