Dichiarazione di Marco Pannella (5 marzo sera). Una soluzione
marco Pannella
c’è una soluzione radicale e ragionevolissima
per uscire da questa situazione di “basso impero”
nella quale il regime partitocratico si è cacciato
Roma, 5 marzo 2010
Dichiarazione di Marco Pannella
Riteniamo gli inflazionati appelli al preteso valore della “condivisione”, un errore o un riflesso proprio di un Regime partitocratico, in cui il potere, come tale e come pre-potere, è fondato.
Il regime partitocratico italiano è appunto la condivisione strutturale in luogo del grande, drammatico e fecondo dialogo democratico.
Ciò premesso il valore che va perseguito è quello della ragionevolezza e della serietà; qui è possibile auspicabile il condividere anziché il dividerci.
L’attuale drammatica situazione istituzionale e politica può per l’attualità risolversi con un ragionevole richiamo e riallineamento a quel che accade nelle democrazie più classiche e più mature. In Inghilterra le candidature, di forze maggioritarie o minoritarie che siano, non hanno bisogno né di firme né di cauzioni. Queste ultime vengono usate per responsabile prudenza democratica nei confronti di candidature che appaino estemporanee, prive di evidenti connotati di serietà, di radicamento storico nella vita del paese.
Richiedere le “firme” per tutte le forze politiche concorrenti, come nel caso di queste Regionali, è un non-senso, eredità del malcostume e della disonestà prevalenti da parte della classe dominante da ormai sessant’anni sotto il Regime partitocratico, quando, come è accaduto in questa occasione, si aggiunge un vero e proprio sistema di comportamenti omissivi da parte delle stesse Istituzioni, contro obblighi (ripeto: obblighi, non genericamente “doveri”) che nel loro insieme hanno costituito un riuscito tentativo commissivo di esclusione delle pur minime procedure democratiche imposte dalla legge.
A questo punto occorre verificare subito se un adeguamento alle tradizioni democratiche, facendola finita con le infinite metastasi del tumore di Regime, con un provvedimento di sanatoria per tutte le liste di forze di indiscusso connotato, anche istituzionale, per tutte le esclusioni correttamente deliberate in base alle astruse norme vigenti, potrebbe essere ragionevole, libero, chiaro e democratico; a condizione che nel contempo acquisti il carattere di una riforma relativa, coerente e definitiva.
Naturalmente per far questo sarebbe assolutamente indispensabile un rinvio delle elezioni che salvaguardasse cinque o sei settimane di ristabilimento di un po’ d’ordine nella pubblica opinione e poi quattro intere e vere settimane di campagna “elettorale”. Tutto questo non può invece assolutamente essere fatto con un ennesimo decreto di valore meramente sfascista e incostituzionale.
Abbiamo, malgrado tutto, la speranza che le forze parlamentari di questo “basso impero” italiano possano accogliere il suggerimento naturalmente civile, nonviolento, ragionevole che loro proponiamo.
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Abbiamo, malgrado tutto, la speranza che le forze parlamentari di questo “basso impero” italiano possano accogliere il suggerimento naturalmente .