Dall’8 novembre all’8 marzo. Breve nota introduttiva
Dall’8 novembre al 15 dicembre si sono svolte le primarie per designare il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Lombardia. Il diario di questa prima parte della campagna è stato raccolto nel libro Liberi e senza paura, scritto con Umberto Ambrosoli e pubblicato da Sironi editore a gennaio 2013.
Dal 16 dicembre al 25 di febbraio si è svolta la vera e propria competizione elettorale. Tanto quanto le primarie, questi due mesi – e poco più – di impegno spalmato sul grande territorio della Lombardia (25 mila kmq, 1540 comuni, oltre 10 milioni di abitanti) non hanno concesso un tempo minimo per analisi e commenti. Che tuttavia sono stasi spesso resi necessari dalla “comunicazione interna” che ha legato, in particolare in rete, il vasto ambito di persone che hanno partecipato, preso parte o segnalato il loro interesse per il progetto che la candidatura di Ambrosoli ha incarnato.
Sono commenti – dall’8 novembre all’8 marzo – per lo più veloci, di getto, legati alla polemica elettorale. Con qualche tentativo di comprendere, al di là del posizionamento nella competizione, anche l’evolversi di un progetto politico.
Che è argomento che mi ha indotto a riunire qui i materiali della seconda parte, cioè del 2013, messi in rete (Facebook) e su alcuni organi di informazione on line.
L’esito definivo è stato accertato il 27 febbraio: Umberto Ambrosoli ha ottenuto 2.194.169 voti pari al 38,24% e ha perso la difficile sfida con Roberto Maroni che è stato eletto nuovo presidente di Regione Lombardia ottenendo 2.456.921 voti pari al 42,81% dei consensi.
Il centrosinistra in Regione ha fatto meglio del 5% rispetto alla camera e di quasi il 10% rispetto al Senato. Ha fatto meglio rispetto alle elezioni precedenti negli ultimi anni. Ha vinto in tutti i centri urbani della Lombardia (salvo Varese). Ma, in un quadro nazionale in cui – come ha detto Pierluigi Bersani – “il PD è il primo partito senza vincere” e in cui l’impegno a chiudere il ciclo delle destre al governo se lo sono assunti in molti (centro-sinistra, centro movimento 5 stelle) frazionando così le ragioni di un voto che ha lasciato l’Italia non governabile e il centro-destra al potere in Lombardia.
S.R.