Consultazioni MISE su “servizio pubblico” Rai. Traccia di sintesi del tavolo “Territori”
MISE – Ministero per lo Sviluppo Economico
Giornata consultazioni istituzioni/sistemi professionali rinnovo concessione SP Stato-Rai
Roma, Auditorium Musica – martedì 12 aprile 2016
Tavolo n. 3
Sistema Italia – Territori
Stefano Rolando (coordinatore del tavolo), Vincenzo Morgante (Rai-TGR), Flavia Barca (Fondazione Rosselli), Nevina Satta (coordinamento Film Commission), Fabrizio Berrini (Aeranti-Corallo), Maurizio Giunco (Confindustria Radiotv), Sergio Natucci (DAB Italia-Emittenza radiofonica), Gianni Gennaro (Giunte regionali), Arcangelo Iannace (Fieg)

Premessa
La nozione di “territori” è ampiamente cambiata dai tempi della riforma della Rai del 1975 che, in sintonia con la allora recente istituzione delle Regioni, cercò di declinare una offerta di produzione e consumo di radio e televisione, nelle testate e nelle reti, a dimensione di territori concepiti sostanzialmente in senso amministrativo.
Parimenti rivoluzionata è la tecnologia delle comunicazioni, che investe operatori e utenti.
La nozione di “territori” è ampiamente cambiata dai tempi della riforma della Rai del 1975 che, in sintonia con la allora recente istituzione delle Regioni, cercò di declinare una offerta di produzione e consumo di radio e televisione, nelle testate e nelle reti, a dimensione di territori concepiti sostanzialmente in senso amministrativo.
Parimenti rivoluzionata è la tecnologia delle comunicazioni, che investe operatori e utenti.
Pur mantenendosi ancora leggi separate – nella spinta di interessi settoriali – una auspicabile visione normativa integrata porrebbe i territori con un nuovo protagonismo collocato nell’economia glocale.
Il territorio si è poi sagomato diversamente. Si vanno creando macroregioni interne e comunitarie e si è aperto il cantiere delle città metropolitane (che da sole costituiscono più del 50% della ricchezza nazionale).
Discussione
Questa premessa, condivisa dai partecipanti al tavolo n. 3 dell’area Sistema Italia ha portato a distinguere due discussioni.
Questa premessa, condivisa dai partecipanti al tavolo n. 3 dell’area Sistema Italia ha portato a distinguere due discussioni.
Nel primo round si è discusso attorno alla necessità che il testo della concessione di SP accolga in forma strategica l’importanza di un approccio alla società, all’economia, all’ambiente e alla cultura – in sintesi ai “territori”- che passi dalla autorappresentazione ad un racconto ben trasferito all’insieme della comunità nazionale per adeguarlo, in senso moderno e sensibile, ai cambiamenti della narrazione delle identità che nel Paese si vanno mescolando, pur nel rispetto delle radici di ciascun ambito.
Ma soprattutto un racconto trasferito al mondo, per ragioni di conoscenza, di attrattività e di competizione di cui i territori sono sempre protagonisti.
Tale discussione ha centrato l’obiettivo della valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale locale, attraverso alleanze culturali e produttive con soggetti pubblici e privati, dando voce alla ricchezza di questa dinamica al tempo stesso storica e moderna. In un quadro in cui deve essere sempre evidente la ragione di “servizio pubblico” e non altri scopi.
Nel secondo round il tema è stato discusso sotto il profilo dei modelli organizzativi necessari per assolvere oggi – con forme crossmediali e con ruolo incentivato non solo per l’informazione e programmi di tipo tradizionale ma anche per la radiofonia e per la sperimentazione di nuovi format e prodotti di racconto identitario – a questo indirizzo della mission. Ciò in coerenza con i migliori soggetti internazionali del SP radiotelevisivo.
Per quanto riguarda le redazioni regionali giornalistiche è auspicabile un progetto di revisione del rapporto tra le professionalità impiegate e i risultati produttivi nel senso dell’indirizzo generale qui indicato.
Analogo progetto sarà riservato alla valorizzazione dei patrimoni degli archivi audiovisivi regionali.
Particolare attenzione è data alla capacità di individuare la collaborazione produttiva con tutte le fonti di iniziativa o di comunicazione locale che corrispondano a standard adeguati alla qualità dell’offerta.
Per quanto riguarda le redazioni regionali giornalistiche è auspicabile un progetto di revisione del rapporto tra le professionalità impiegate e i risultati produttivi nel senso dell’indirizzo generale qui indicato.
Analogo progetto sarà riservato alla valorizzazione dei patrimoni degli archivi audiovisivi regionali.
Particolare attenzione è data alla capacità di individuare la collaborazione produttiva con tutte le fonti di iniziativa o di comunicazione locale che corrispondano a standard adeguati alla qualità dell’offerta.
La discussione ha messo in rilievo differenti punti di vista in ordine al tema delle risorse necessarie per la gestione delle iniziative connesse alla visione sopra esposta.
Quattro rappresentanti del sistema di impresa hanno ritenuto che l’attuazione di tutte le attività (ordinarie e straordinarie) riguardanti questo tema debba essere assolta con la sola copertura delle risorse del canone e non attraverso l’ausilio di convenzioni onerose.
Punti qualificanti di accordo generale – pur nella dialettica di posizioni che riguardano aspetti che saranno disciplinati soprattutto dai contratti di servizio e da profili generali di indirizzo sull’uso delle risorse – riguardano:
1. la necessità che la RAI identifichi un punto alto nella governance aziendale per dare impulso a questo indirizzo e per fare un adeguato raccordo tra le componenti giornalistiche, di realizzazione di programmi e di sinergia con il sistema culturale ed educativo;
2. la necessità di prefigurare progetti speciali connessi alla attuazione delle città metropolitane e delle macroregioni extranazionali;
3. la necessità di trovare – in una gerarchia di attenzioni alle dinamiche territoriali – una revisione della natura, ora di tipo puramente amministrativo, delle sedi impiegando alcuni qualificati sensori (nel senso della managerialità culturale) per interpretare la nuova domanda di partecipazione produttiva e di coinvolgimento e rappresentazione delle comunità locali;
4. la necessità che la rivalutazione delle strategie per il territorio entri nelle modalità di indirizzo interno (CdA) ed esterno (CPV e Autorità garante) come tema e tecnica di valutazione e controllo.
Alla luce di questo approccio il tavolo n. 3 propone di sottoporre all’opinione pubblica i seguenti quesiti:
1. Ritenete opportuno che, attraverso nuovi indirizzi per l’attuazione del compito di SP concesso dallo Stato alla RAI, le questioni del territorio assumano più rilievo, più attenzione ai contenuti culturali (rispetto alla pur importante rappresentazione giornalistica) e soprattutto più orientamento al racconto esterno, cioè verso il Paese e verso il mondo?
2. Ritenete che la Rai possa e debba collaborare con le fonti di iniziativa culturale e di comunicazione del territorio, purché coerenti agli standard di qualità dell’offerta, per assolvere al progetto di valorizzazione e promozione delle realtà locali?