Conferenza stampa a Como presentazione lista (27 gennaio 2010).Intervento Stefano Rolando

Conferenza stampa di presentazione delle liste Bonino Pannella a Como
Como, Hotel Palace, 27 gennaio 2010 h. 11.30
Conferenza registrata integralmente da Radio Radicale (http://www.radioradicale.it/scheda/296259)
Ha introdotto l’on. Marco Cappato, candidato alla Presidenza della Regione.
 
Intervento del prof. Stefano Rolando
Capolista della lista Bonino-Pannella nella provincia di Como. Testa di lista a Milano.


Ringrazio Marco Cappato e insieme a lui anche Marco Pannella ed Emma Bonino per avermi chiesto di partecipare a questa esperienza, una campagna elettorale che cade in un delicato momento di in cui possono chiudersi ma anche aprirsi spazi di cambiamento. Partecipo da indipendente ma condividendo il ruolo di garanzia in materia di diritti e libertà che i radicali svolgono da anni nella democrazia italiana. Assumo una responsabilità di “parola” – a Milano;  e qui a Como come capolista – perché penso che, superate le ragioni di incompatibilità tra le mia attività nelle istituzioni e la partecipazione politica, svolgendo oggi il mio più libero ruolo di professore universitario, non sia bene vivere nella condizione del “mugugno”. Essendo quella partecipativa l’unica concreta condizione per potere svolgere e comunicare osservazioni sulla qualità della nostra vita democratica e per avanzare proposte di miglioramento e di riforma.
Mi ha fatto pensare un intervento del direttore del Corriere della Sera – che, nel suo ruolo, deve mantenere comprensibili equilibri – che per dire un pensiero sul “quadro generale” lo ha affidato ad un titolo di un libro,  dato che il suo ex-giornale Il Sole 24 ore chiedeva a lui come ad altri di consigliare ai lettori un acquisto per Natale. Il titolo di De Bortoli è stato “Indignazione”, non perchè fosse un bel romanzo di Philip Roth, ma perché voleva, in questo modo un po’ criptato, dire che era strastufo di certe cose. Ecco, io sono lieto di non ricorrere a forme criptate e di usare il tempo di questa campagna elettorale per ascoltare i cittadini e per esprimere, ove posso, le mie idee.
Questa regione, la Lombardia, ha buoni livelli di condizione socio-economica generale e di amministrazione. Confrontata con altre, soprattutto. Ma proprio per questo essa dovrebbe avere anche molta virtuosità nel funzionamento della democrazia. Il Consiglio regionale – lo so perché ho svolto lì il ruolo di direttore generale – è fragilissimo quanto a indirizzi e quanto a controlli. Le attività di valutazione sono pressoché inesistenti. Lo stesso bilancio di legislatura che dovrebbe essere un atto consiliare fatto svolgere sotto controllo di tutte le parti rappresentante da competenti soggetti terzi è diventato un atto del governo che governa e poi si giudica da se stesso. Parimenti in tanti settori assistiamo ad un problema di “continuità” del radicamento di potere e di governo che apre problemi di pluralismo. Non è questa la sede per un’analisi estensiva. La faremo.
Vorrei solo aggiungere che conosco abbastanza – anche per avervi lavorato – il territorio di questa provincia di Como e temo che esso esprima alcune involuzioni, pur avendo molte risorse, molta storia e molta qualità ambientale. Ma la sua connessione ai punti forti dell’economia innovativa (creatività, conoscenza, trasformazione) è meno forte di altri territori regionali e anche i suoi livelli competitivi potrebbero migliorare. Ugualmente i nodi sociali che vi sono in tutta la regione – al centro dei quali quello migratorio – meritano forte presidio contro il rischio di crescita di intolleranza e di scarsa cultura di integrazione che metterebbero a rischio coesione ed economia.
Infine vorrei esprimere un pensiero rivolto a due fasce elettorali che non sono più inquadrate rigidamente nei partiti. Quella socialista e quella cattolica. La storia dei socialisti è la mia storia e quella del dialogo con i cattolici è stata una mia costante esperienza. Vorrei dire che i radicali hanno molte ragioni a chiedere il voto libero di socialisti e cattolici perché – come dicono molti socialisti e molti cattolici – prima di tutto i radicali sono un partito di valori nella difesa soprattutto dei diritti dei più deboli.
Proporrò schede di analisi su vari temi del territorio. E mi sforzerò di partecipare ad occasioni di incontro e di ascolto con realtà associative e con i cittadini.
La prima preoccupazione ora è di conseguire le firme nelle forme legali. Faccio anch’io un appello ai certificatori, ricordando loro che l’appartenenza personale non deve distogliere da una sorta di dovere civile da svolgere anche nei riguardi di altri. Subito dopo però saremo puntuali nel lavoro di critica e di proposta convinti che moltissimi cittadini di questa regione – come ho già visto negli anni passati – potranno contare sul ruolo intelligente, costituzionale e dedito dei radicali eletti.