Commenti ricevuti all’annuncio di cancellazione in Lombardia della lista BP

Commenti alle dichiarazioni (di lista e personale)
sulla cancellazione della lista BP in Lombardia
 
 
La lista Bonino Pannella (conferma oggi pomeriggio) cancellata a Como e provincia (a rischio nell’intera Lombardia) da una legge assurda, dall’indifferenza del sistema, dalle censure dell’informazione, dal non intervento tempestivo delle istituzioni competenti.
A Como (e probabilmente in Lombardia)
vietato ai radicali presentarsi alle elezioni
Dichiarazione dei candidati nella lista provinciale:
Stefano Rolando, Gabriella Barbaro, Aldo Guffanti e Rosella Colombo
 
Domenica, 28 febbraio 2010
 
Questa mattina sotto la statua di Giuseppe Parini a piazza Cordusio a Milano i candidati delle dodici listeprovinciali Bonino Pannella, con il loro candidato regionale alla presidenza Marco Cappato, hanno spiegato a voce ai cittadini (a Radio Radicale in diretta) che gli uffici elettorali presso i tribunali, provincia per provincia, stanno rendendo noto che – pur avendo ottenuto queste liste più di diecimila firme autenticate, certificate e legalmente raccolte sulla base di liste effettivamente redatte per tempo, ma non le diciassettemila necessarie per consentire, in base alle modalità della legge, la convalida necessaria per essere in lizza il 28 e 29 marzo per il Consiglio regionale – i candidati radicali saranno, probabilmente tutti, sottratti al giudizio degli elettori lombardi.  Essendo dunque possibile che a Roma sia una radicale a contendere la vittoria, a Torino siano i radicali a poter rendere decisivo il successo dell’intero schieramento di centro-sinistra, ma a Milano e in Lombardia (dove alle recenti europee il voto è oscillato dal 3% al 5% a seconda dei territori) i radicali spariranno dalla competizione.
La legge prevede che le liste siano in lizza accompagnate dalle firme legalmente raccolte di un congruo numero di cittadini che ne “garantisca” la base popolare. I radicali hanno sessanta anni di storia politica nell’Italia repubblicana, di quel Consiglio hanno fatto parte nel passato, anche piuttosto recente; sono in primo piano nel dibattito sui contenuti e sul metodo democratico in tutta Italia. Non fanno paura le forme. Fa paura il silenzio del sistema sulla questione e fa paura il fatto che i più raccolgano le liste con “altri metodi” (c’è anche un service commerciale che fornisce firme dai cinque agli otto euro l’una). Grazie ad ostacoli infatti. che si sono rivelati portatori di illegalità. il risultato della cancellazione è stato raggiunto.
Quali ostacoli? Facciamo il caso di Como, in cui erano fissate 1750 firme da raccogliere su tutto il territorio provinciale, mentre ne sono state raccolte 475 e prodotte in Tribunale 460. La legge prevede che i certificatori – potenzialmente 300 mila in tutta Italia – siano stimolati a svolgere questo lavoro dalle istituzioni di appartenenza, così come prevede che il sistema dell’informazione (soprattutto il servizio pubblico radiotelevisivo) crei le condizioni di conoscenza perché ciò avvenga e perché i cittadini siano indotti a sapere che firmare è un diritto che consente un altro diritto. A Como si è potuto contare su un solo certificatore dipendente pubblico disposto a stare per ore ai tavoli dei radicali e negli ultimi tempi di altri cinque certificatori cancellieri del tribunale a loro volta resisi disponibili. Il tempo medio in condizioni di legalità per la raccolta di una firma (contatto, riflessione, esecuzione, congedo) è di circa mezzora.  I media hanno tenuto in ombra la questione salvo negli ultimi giorni quando ha preso rilievo nazionale la lotta svolta da Emma Bonino (a volte con sarcasmo di alcuni politici e alcuni giornalisti che anziché cogliere l’immensa infrazione sostanziale di diritti in corso le hanno rimproverato di fare capricci per interessi di partito). E’ evidente agli occhi di tutti – e anche alle prefetture e degli uffici elettorali dei tribunali, che tuttavia senza prove non possono agire – che il grosso delle liste è stato redatto all’ultimo minuto e che quindi la raccolta di firme in vari altri casi sia stata fatta “in bianco”. Per osservare le prescrizioni della legge combattendo contro una oggettiva marginalità, questo è il risultato conseguito dalla liste radicali, pur attraverso un comportamento dei militanti che è stato generosissimo e che ha incontrato anche un crescente e buon dialogo civile con i cittadini.
La dedica alla statua del Parini, scritta nel marmo, dice: “Al grande poeta lombardo, flagellatore di una età corrotta, maestro di virtù e di sapienza, finché duri la patria e il civile consorzio”.
I candidati della lista Bonino-Pannella a Como non hanno altro da aggiungere a ciò.
 
 
 
 
Integro la dichiarazione dei candidati diramata alle 18 con alcune osservazioni argomentate dalla presa visione del verbale dell’Ufficio elettorale del Tribunale di Como. Nel convincimento che il caso sia solo emblematico di numerosi altri.
Ringrazio ancora per l’attenzione che queste comunicazioni sollecitano.
SR
Dichiarazione
 
Como, 28 febbraio 2010 h. 18.30
 
 
I candidati della Liste Bonino Pannella hanno reso poso fa la dichiarazione che annuncia l’esito dell’Ufficio elettorale del Tribunale di Como che li esclude dalla competizione elettorale regionale del 28 e 29 marzo per insufficienza di firme autenticate che accompagnano la lista.
In quella dichiarazione vi è descritto, riteniamo con chiarezza, il meccanismo tra dinamiche formali e dinamiche sostanziali per cui abbiamo tentato di richiamare per tempo l’attenzione delle istituzioni, dei media e dei cittadini-elettori. Per essere chiari nel momento in cui – sia pure a malincuore “facciamo notizia” – desidero, come capolista a Como, aggiungere alcune argomentate osservazioni.
Gabriella Barbaro, che ha presentato formalmente la lista in Tribunale, ha avuto legittimamente il verbale da cui si evince che:
·         in provincia si sono attivati 128 autenticatori aventi i requisiti
·         di essi 104 rivelano cariche partitiche (pari all’ 81,25%)
·         solo il 18,75% degli autenticatori esprimono dunque cariche “neutrali”, cioè amministrative (tra cui due soli giudici di pace)
·         gli unici che hanno utilizzato i cancellieri del tribunale per svolgere autentiche risultano i radicali.
Per comprendere di cosa si sta parlando aspettiamo tra l’altro gli accertamenti, tra le varie liste “accettate”, sulle verifiche attorno alle liste di “Forza Nuova” dove l’intero pacchetto di 1.902 firme presentate (su cui vi sono rilievi grafici tipo “la grafia delle firme risulta spesso eccezionalmente similare”) è stato autenticato da una sola persona, cioè dal consigliere comunale di Dizzasco Luca Pilli.
Insomma è venuto il momento – sia pure davanti al “morto” – per comprendere che sulle regole del funzionamento della democrazia non si alza mai abbastanza la soglia di attenzione.
Ed è anche venuto il momento per dire agli 8.119 elettori che hanno votato alle recenti europee per i radicali in provincia di Como oltre a quelli che ci hanno segnalato attenzione e interesse per l’approccio critico, civilmente preoccupato ma socialmente costruttivo che abbiamo avuto nel mese di campagna a disposizione, che manterremo il dialogo con loro e con i cittadini, che ragioneremo insieme su cosa sia “voto utile” il 28 e 29 marzo, che manterremo fermo e costante lo spirito di sorveglianza democratica attorno alla campagna elettorale.
 
 
Prof. Stefano Rolando
Capolista Lista Bonino-Pannella Como
 
Regionali: Lombardia, ‘Lista Bonino-Pannella’ non ammessa
28 Febbraio 2010 19:26 POLITICA
 
MILANO – La ‘Lista Bonino-Panella’ non e’ stata ammessa alle elezioni regionali della Lombardia per il ”numero non idoneo di iscritti”. Lo ha comunicato il presidente, Marco Cappato. “Quelle che abbiamo presentato erano quelle che in queste condizioni siamo riusciti a raccogliere”, dice Cappato riferendosi alle firme, ma denunciando “l’illegalita’ della procedura elettorale sul piano dell’informazione ai cittadini e sulla mancanza degli autenticatori da parte dello Stato”. (RCD)
 
 
Stefano Rolando su FB – h. 20.30
Ora dalla dichiarazione di Cappato delle 19.26 al Corriere si ricava che le liste sono cancellate in tutta la Regione. Il quorum firme si è raggiunto solo a Milano (oltre 2000 firme). Ma serve almeno in 6 province. L’esperienza “competitiva” è finita. Non quella di vigilanza democratica. E non quella di analisi e proposta di ciò che va comunque considerato “voto utile”
 

Niccolò Bertorelle su FB – h. 20.31
Mi dispiace molto

18.32 valeria.peverelli@virgilio.it

Sinceramente dispiaciuta, prof, non (sol) tanto dell’impossibilità della sua candidatura, ma della sconfitta della democrazia che sottende. Spero continuerete comunque tutti a fare i capricci (mammamia!).
 Da: claudio bellavita
A:
Prof. Stefano Rolando
Inviato: Dom 28 febbraio 2010, 19:21:21
Oggetto: il tuo comunicato
Va benissimo, in linea col digiuno di Emma. Però:
·         e firme le devono raccogliere solo le nuove formazioni, non quelle che già sono in consiglio regionale, e neanche quelle che non ci sono ,ma si coalizzano con qualcuno che è già presente.Non siamo in consiglio regionale per un’alzata di ingegno del nostro amato leader, che nel 2005 non ricordo più perché non si è presentato (si era messo all’asta, come per le politiche? boh)
·         raccogliere le firme con l’autenticatore è praticamente impossibile, ed è un po’ ridicolo chiedere che gli autenticatori accorrano al nostro richiamo. lo fanno se ne hanno voglia, non glielo può imporre nessuno. Piuttosto, bisogna porre il problema dell’autocertificazione e lasciar perdere questo privilegio medioevale di autenticare
·         ma anche senza autenticatori, per accogliere le firme, bisogna AVERE UN PARTITO ORGANIZZATO, non 4 sfigati dell’ultima ora. A Torino, il comitato per l’acqua pubblica ha raccolto 20.000 firme in 6 mesi per cambiare gli statuti di comune e provincia. Ma tutti i sabati e domenica avevamo 2 tavoli di 4 persone, più quelli che raccoglievano nelle aziende durante la settimana.
·         il partito organizzato non solo non c’è, ma a Roma vivono nel delirio. chiedono che la gente venga in albergo a Roma perché loro non sono capaci ddi fare i tavoli, lanciano il proclama di 100.000 iscritti e non arrivano a 1000, per la follia della quota a 200 euro, per pagare precedenti follie.
·         finito lo sfogo,ma perché mai non vi siete presentati in coalizione con Penati, che così non c’erano firme da raccogliere?
 
Da Stefano Rolando rolandoiulm@yahoo.it
Dom 28 febbraio 2010, 19.40
Ma si, ma si. Tutte osservazioni comprensibili. Anche quella dell’accordo con Penati (visto il “patto” a Roma) che avrebbe avuto forse senso. Io resto non appartenente e quindi ho disposto solo di uno spazio per:
– non vivere le elezioni dentro la diatriba infinita dei post-socialisti
– riprendere il tema della relazione “politica” delle culture liberal-democratiche
– tentare di verificare il deficit concreto di democrazia (regole e media)
– avere un diritto di parola sulle nequizie che conosco bene di quel Consiglio regionale.
Ho preso appunti per almeno due libri.
In fondo faccio il professore.
Ma mi sono anche segnato le cose spiacevoli. E ho imparato a contare fino a tre per tradurre le emozioni in mozioni.
Ciao. grazie
 
Ho letto. robe da matti. Si tratta proprio di un presidio, come un fortino
Riccardo Fedriga, Milano 28 febbraio 2010
 
 
Pannella scrive al Capo dello Stato: un doveroso aiuto da cittadini forse vetero-repubblicani, perché non gli venga impedito DI conoscere la faccia oscurata della realtà
 
Roma, 28 febbraio 2010
Dichiarazione di Marco Pannella
Come già per le “elezioni” europee, noi abbiamo esplicitamente tentato di renderLe possibile il misurare la realtà, quanto meno nella sua faccia occultataLe, come a tutti gli autentici cittadini della Repubblica (e questa compagnia va a Suo onore). Questo è misura di quel che accade, che è già accaduto. Oggi, per l’ennesima volta, nella trasmissione domenicale con il direttore Massimo Bordin, cercherò di fornirLe da Radio Radicale – in extremis o a babbo morto non so – l’aiuto di un cittadino italiano che sta preparando la sua richiesta di asilo politico in altro Stato, per poter proseguire una ormai quasi secolare lotta di giustizia e libertà, che è l’unico onore d’Italia e d’Europa. Per ora anticipo un solo esempio, assolutamente simbolico: dopo l’esclusione dei Radicali in quanto tali dalle elezioni nazionali del 2008, in modo parziale dal Parlamento nazionale; dopo l’esclusione dei Radicali dal Parlamento europeo, al termine di un’ininterrotta presenza trentennale; ora questa esclusione dalle “elezioni” regionali. Otto mesi fa Emma Bonino riscosse a Milano, con 13.577 preferenze, 2000 voti più di Umberto Bossi, 5000 più di Antonio Di Pietro.Ora, Emma Bonino era la nostra capolista nelle circoscrizioni provinciali di Milano, Bergamo e Brescia, ma non siamo riusciti a raccogliere le 6 mila firme complessive necessarie. Così in Lombardia come in Liguria e in Veneto, dove abbiamo superato ampiamente la media nazionale del 2,40 %. O in Emilia Romagna, dove riscuotemmo 67.716 voti, e non abbiamo potuto raccogliere le 10.500 firme. Noi l’avevamo previsto, preannunciato. Lei non ha potuto esser raggiunto dalle nostre voci, escluse dai mass media come tutte quelle della resistenza democratica.
 
Caro Stefano, grazie del tuo messaggio…sono dispiaciuto che a Como il vostro impegno sia stato così vanificato…voglio vedere che succede a Roma dove un’inadempienza burocratica da parte dei responsabili PDL dovrebbe impedire la presentazione dei loro candidati…la Bonino ha già parlato di un possibile provvedimento “ad listam”…Speriamo bene e per te spero che le cose a Milano vadano meglio!
Giancarlo Zagni, Mentana 28 febbraio 2010 h. 22.24
 
Colpisce anche che il movimento di Grillo (Movimento 5 stelle) sia riuscito a presentare un numero di firme sufficienti laddove i radicali non ce l’hanno fatta. Credo che una spiegazione vada data, perché la percezione è che i radicali, pur con i limiti di visibilità di chiunque sia fuori dal giro mediatico, dovrebbero avere un radicamento superiore al movimento grillino.
Roberto Basso, Roma 28 febbraio sera
 
Caro Stefano,che dire. Viene in mente Brecht: Viviamo in  tempi bui!
Resta però la traccia di una bella avventura, di un modo di fare politica che è il solo antidoto al deserto di idee e progettualità che ci circonda. Un abbraccio
Marino Cavallo, Imola 1 marzo 2010 h. 10.10
 
… non avevo atteso la lettura del successivo per scriverti. Ma a Milano corri? Corrono i radicali? Hai fatto bene ad aggiungere il chiarimento con l’esempio su Forza Nuova !!! Comunque, la vicenda fa uscire fuori l’ennesima finzione italica, una di quelle che spinge ognuno a sentirsi autorizzato a deviare !
Fabrizio Barca, Roma 1 marzo 2010 h. 10.19
 
Sent: Monday, March 01, 2010 12:37 AM
Subject: il piccolo autenticatore trasteverino
 
(dal diario di Enrico)
 
Oggi il maestro ci ha letto una novella molto commovente e morale. Racconta di un ragazzo povero, che stava alzato la notte per autenticare, a lume di candela, le firme elettorali del PDL che il padre, povero impiegato comunale, portava a casa per arrotondare lo stipendio e compiacere il grasso capufficio fascista che lo tiranneggiava. Il padre sospirava, perchè sapeva che per legge le autentiche non si possono fare in quel modo, ma pure non c’era altro modo di pagare l’affitto del loro misero alloggio di Trastevere al ricco Anemone. E quando il padre, stanco del lavoro della giornata  e delle incessanti riunioni della CGIL Enti Locali, si addormentava sul tavolo, Giovannino, il ragazzo, proseguiva fin alle prime luci dell’alba. Sentiva la radio , perchè erano troppo poveri per avere una televisione e pagarne il canone: e una notte seppe che Emma Bonino aveva cominciato a digiunare per la legalità delle elezioni e della raccolta firme. Il ragazzo sapeva quanto era magra la Bonino e quanto intensamente si batteva per qualunque cosa passasse per la testa di Pannella, e si preoccupava ogni giorno di più per la sua salute, e soffriva tanto perchè sapeva che era proprio il suo lavoro quello che la Bonino stava combattendo.
Prima di andare a scuola, il ragazzo portava i fogli autenticati a un funzionario del PDL, Franchino detto er Mignotta, che contava i fogli senza aprirli e gli dava qualche biglietto da dieci euro. Così pensò di non autenticare le firme all’interno, anzi si fece un timbro con la carta copiativa del nonno, con su scritto “firma non apposta in mia presenza”. Il giorno della presentazione delle liste, er Mignotta portò i fogli al presentatore, Pietro er Somaro, se li fece pagare il doppio di quel che dava al ragazzo e li lasciò in un circolo di massaggiatrici che stavano intrattenendo er Somaro, facendolo così contento  che non guardò l’orologio, per presentarsi trafelato e in ritardo in tribunale. i si scoprì che metà delle firme non erano valide, ma ne aveva ricevute da così tanti autenticatori a domicilio che non sapeva a chi dare la colpa.  Così, tra  frenetiche telefonate e violente imprecazioni, passò il tempo massimo della presentazione, e la Emma Bonino riprese a bere qualcosa mentre suonavano a festa le campane e Giovannino piangeva di commozione.
Tutta la classe sorrideva contenta, meno Guidobaldo Nobis che disse ” tanto il TAR del Lazio darà ragione al PDL, quelli son mica dei talebani..” Il maestro si alzò in piedi, esclamando “Nobis, non puoi offendere così la giustizia della Repubblica”. Mentre Nobis faceva un sorriso beffardo, l’infame Capezzonanti, quello che picchia gli storpi, per filmare su youtube, disse “così questa è la volta che la Bonino ci resta”.Rosso in viso, il maestro disse “Capezzonanti, dal direttore!”, mentre il buon Bersanone comincia va piegare un banco  con le sue manone. E l’infame Capezzonanti, con un sorriso “Il direttore? quello lo ha comprato Berlusconi da così tanto tempo che è già prescritto”. A Bersanone scappò di mano il banco, che si raddrizzò come una molla… mandando Nobis per terra a sporcare il suo giubbotto firmato.