Commenti alla lettera di congedo e ringraziamento

Caro Stefano, mi dispiace che sia andata a finire in questo modo.
Mario Ricciardi, Milano 2 marzo 2010
RispostaGrazie. Ma se è possibile cercherei di tenere lo sguardo “allungato”
 
2013 …!
Alessandro Papini, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Intanto 2011…
 
Caro Stefano, sentendomi in colpa per non avere interagito con te durante il tuo “diario aperto”, ti scrivo ora non solo per dirti ancora una volta la mia ammirazione per l’energia e passione che tu sai mettere in ogni azione che intraprendi (sicché sei un incrocio permanente di “azioni parallele”) ma anche per sollecitarti a farti protagonista e partecipe di un’idea che tu stesso in questi giorni mi hai fatto venire in mente: il nodo esperenziale tra docenza universitaria (identità intellettuale, competenza specialistica, vocazione formativa, ecc)  e militanza politica meriterebbe una riflessione nuova da compiere sulle rovine della tradizione italiana – tipicamente italiana – della connivenza cultura-partiti. Cerchiamo dunque di trovare e creare occasioni utili a ripensare ruoli e strumenti e dunque interlocutori in questa prospettiva. Un abbraccio
Alberto Abruzzese, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Albert, un grazie sincero. Tu hai fatto. Hai messo il tuo autorevole nome in gioco, sei venuto alla presentazione a Roma, hai “letto” questa trama. E’ molto. Le indifferenze in giro le ho viste. Ho visto anche lo sguardo “civile” di chi percepisce. Dunque accolgo l’idea. Università-politica, anche Piero Bassetti – a  suo modo – mi ha posto questa domanda (con diffidenza per la politica). Siamo in fase di ricomposizioni. Il tema c’è. Grazie.
 
 
Ma davvero non ti si può più votare?
Riccardo Fedriga, Milano 2 marzo 2010
Risposta - E sennò che libro facciamo, senza nemmeno il morto?
 
Caro Stefano, nella mia auto-imposta (?) ingenuità non avevo voluto capire che la partita era finita. Mi ero raccontato una strana storia dove non eri più candidato a Como ma solo a Milano. E invece no, la candidatura a essere candidato non passa. Oltre al dispiacere personale provo rabbia. Rabbia per una delle cose che scrivi nelle tue pagine, il rischio di dare ragione a chi irride, o garbatamente sorride, a scelte non di potere, di una politica che parta dalla visione, dall’idea di cambiamento. E’ così che ho raccontato a tanti amici la tua candidatura. E ora ? Vedrò sorrisetti ? No, se andiamo al sodo. Per parte mia il sodo non è solo l’ennesima norma mal scritta e neppure la prassi italica di aggirarla, di “fare i furbi”, che fa fuori chi non lo fa. E’ anche questo, ma c’è altro, su cui non possiamo non ragionare per riprendere il filo. Il sodo è quello di cui mi hai parlato prima della “cancellazione”, ossia dell’assenza di una struttura di partito. Gira, gira, gira vuol dire che alcune importanti battaglie, l’arte teatrale, come l’hai chiamata, di un leader non bastano. Se ci si vuole contrapporre all’esercizio del potere monopolistico di chi usa apparati economici o ecclesiali, e all’accomodamento dei Penati di questo mondo, occorre ricostruire con pazienza partiti. Come ? Qui sta la tua competenza professionale. Che io credo sia la risorsa con cui filtrare l’incredibile esperienza di queste settimane. Nell’attesa di parlarne a quattrocchi, un “comunque ben fatto”!
Fabrizio Barca, Roma 2 marzo 2010
Risposta – Già, Fabrizio, il limite dell’azione volontaria. A un passo da Acquafredda, come sai, c’è la traccia, a Sapri, dell’impresa del Pisacane. Basterebbe ogni tanto ricordarsi di questo. In questo caso – con infinito minore eroismo e seguendo uno schema “civile” che riempie un vuoto – a chi si è dato molto al lavoro istituzionale – si è trattato di fare delle verifiche metodologiche. La lezione è interessante e quindi accolgo subito l’idea di riprendere a parlarne. Tu hai sguardo acuto su queste cose. Grazie tante per le varie preziose interazioni.
 
Gentile Professore, mi permetta, seguire la sua avventura è stato un po’ come leggere uno di quei romanzi intrisi di passione civile. E poi c’è una generazione fuori alla finestra che distrattamente scruta e resta attenta. A presto
Gianluca De Matteis Tortora, Roma, 2 marzo 2010
RispostaCaro GL, per il mestiere che faccio questo è il miglior commento che potessi ricevere. Grazie!
 
Caro Stefano. Anche se non ti avevo mai risposto avevo letto le tue news con molto interesse e attenzione.  Devo dire che ho sempre apprezzato la passione civile dei radicali e sono convinto che siano un elemento di dinamizzazione del sistema politico e di stimolo a pensare la politica in senso “alto”, e forse proprio per questo sempre più “censurati”. E dunque sono particolarmente dispiaciuto per il non raggiungimento delle firme e dell’esclusione dei radicali dalla prossima competizione amministrativa (la mia “piombinesità”, come immaginerai mi lega ad altre appartenenze che tuttavia oggi è davvero difficile capire dove si trovino (in tutti i sensi), ma questo è un altro discorso. Volevo tuttavia ringraziarti per gli stimoli acuti e di ottimo livello (anche “narrativo”), che ci hai offerto e per questa tua ultima mail dove ci ricordi che “La politica è sguardo diverso.”, mentre la degradazione del sistema attuale pare proprio il frutto di uno sguardo omologato avido e meschino come sono gli uomini che non riescono a cogliere il valore sociale e civile del loro essere al mondo. un caro saluto
Guido Di Fraia, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Tu sai, Guido, la mia prudenza relazionale in questa cosa qui in università. Ma sapevo a chi scrivevo. Quindi un grazie particolare per la franchezza e l’amicizia.
 
 
Grazie. per la battaglia condotta, per queste parole che senza retorica e senza autocommiserazione indicano una battaglia ancora più grande tutta da iniziare. Non vedo elettrodi adeguati attorno a me, al momento; ma materiale buon conduttore, tanto. Che la scossa elettrica venga!
Giovanni Vetritto, Roma 2 marzo 2010
Risposta – Vabbè, abbiamo – come tu sai bene – qualche altra buona idea. Ma qui – la mia città, la mia radice – non mollerei la presa. Vediamo.
 
Caro Stefano, ho letto con molta attenzione la tua (bella) lettera di commiato elettorale. Avevo già detto ad amici che avrei votato per la lista Bonino in Lombardia, sia per la stima che porto ad Emma Bonino, sia per aver conosciuto personalmente Marco Cappato ad una delle cene della Colonna, dove anche tu sei stato ospite (ricordi? Grazie a te avevo avuto anche Linda Lanzillotta). La tua candidatura mi dava l’opportunità di dare la mia preferenza a una persona che ho potuto apprezzare per lo spessore e la passione politica. In ogni caso, da ex-candidato (al Parlamento europeo) ti ringrazio per l’impegno che hai profuso e per le tue newsletters che ho letto con interesse.
Ugo Poletti, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Grazie per l’insieme dei propositi. Proveremo a rinforzare le relazioni di “rete”. E quelle personali. Un caro saluto
 
Grazie a te Stefano, per la lezione e l’iniezione di “ottimismo della ragione”.
Fiorello Cortiana, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Però per onore di verità non posso imputare ai radicali il pessimismo della volontà…Ma a qualcun altro nell’arco del CS, sì.
 
Al grande poeta lombardo, flagellatore di una età corrotta, maestro di virtù e di sapienza, finché duri la patria e il civile consorzio”. Affinché duri la patria o finché dura la patria? Un abbraccio fervido
Sandro Polci, Roma 2 marzo 2010
Risposta – Qui proprio a piazza Cordusio  ho detto che se il nord cambia ulteriormente assetto (Lega diffusa) si consegnerà il sud al “suo” partito, quello predestinato delle clientele e delle mafie. Alla salute di quelli che entrarono a Porta Pia
 
Hai fatto una campagna intensa e raffinata, e questa lettera-congedo è davvero encomiabile. Complimenti.
Sergio Talamo, Roma 2 marzo 2010
Risposta -Grazie. Abbiamo altre trincee, come tu sai bene. A presto
Mi auguro che il pur breve tuffo nella politica abbia risvegliato in te non tanto il senso civico (che, mi pare, non si era mai sopito) ma la consapevolezza che alla guerra si va come alla guerra…un caro abbraccio
Sergio Talamo, Roma 2 marzo 2010
Seconda risposta – Questa era l’esercitazione militare del sabato svizzero. Per la guerra ci stiamo attrezzando…
 
Grazie a te, caro Stefano, per la bella battaglia. Anch’io mi sono messo in ballo, entrando nella lista Partito Socialista per Emma Bonino. Speriamo bene. Con amicizia.
Carlo Troilo, Roma 2 marzo 2010
Risposta – Carlo, ho visto. Ti faccio tanti auguri. Tu hai messo già qualche pietra importante per aiutare a “raccordare”.
 
Stefano, per quel che conta, e per quel che vale detto da me, voglio dirti: bravo! Per l’impegno, per lo sforzo e la fatica che hai dovuto sostenere (è capitato anche a me di correre con Sarfatti tempo fa e mi ricordo la fatica soprattutto mentale di reggere le fila di tutto: famiglia, lavoro, impegni vari e impegni politici), e per la trasparenza e l’onestà che emergono bene anche da questa tua lettera di congedo. Dimostri che la politica non è, non è solo, una cosa sporca, ma può essere impegno civile e onesto, voglia di fare e collaborare, desiderio sincero di cambiare le cose contribuendo con le proprie idee e le proprie energie. Dai, andrà meglio la prossima. E  ‘sto mondo un pochino riusciremo a cambiarlo, una volta o l’altra!
Mauro Ferraresi, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Grazie per le valutazioni  e per la condivisione di propositi. Diciamo che per ora non si molla la presa.
 
Ottimo saluto. Sono convinta che potrebbe essere tradotto – arricchito del noto e dell’inedito delle tue news all’insegna di … Un po’ di ribellione, di tanto in tanto, …. in un instant-book (anche e-book) – con l’aiuto dei nuovi amici più informatici – per sottolineare qualità, energia, temi che non devono spegnersi nella consuetudine di quella quotidianità del sentire che macina tutto, anche le sensibilità più oneste e la vigilanza di tanti che sopiscono sopraffatti dal disincanto e dalla convinzione che nulla possa essere fatto per cambiare e guardare avanti con fiducia.
Buon proseguimento su questo cammino, anche se verso traguardi meno definiti e meno prossimi.
Margherita Drago, Montalenghe, 2 marzo 2010
Risposta – Baci, Marghe. Tu stammi dietro, se puoi. Che serve!
 
Stefano, ti ringrazio
Paola Acht, Viggiù, 2 marzo 2010
Risposta – Il più ce lo dobbiamo ancora raccontare. Riguarda il futuro.
 
Prof, si ricorda della Fiorenza? Non mi sono fatta viva prima, non so, quasi per scaramanzia. Poi mi sono ammalata e al rientro ho sentito la brutta notizia. In pochi giorni mi ha dato una gioia ed un dispiacere… non è giusto! Avevo capito di avere finalmente il candidato giusto che avrei votato (e magari fatto votare)con moltissimo piacere. Ho visto il suo sito: sono d’accordo con sua figlia, sta meglio senza baffi. Se posso permettermi, è ancora più interessante. Ricordo sempre con piacere il periodo che ho lavorato con lei e Vanda, anche se non è stato per tanto tempo. Intanto la saluto “MOLTO” cordialmente.
Fiorenza Gianduzzo (Consiglio regionale Lombardia), Milano 2 marzo 2010
Risposta – Questa volta abbiamo dato un colpo di tosse. Ma la prossima… Grazie per parole&pensieri.A presto.

Caro prof. mi pare di poter dire che la storia del partito radicale è stata così longeva anche e soprattutto grazie al suo essere più spesso fuori che dentro le istituzioni di governo. Mio padre, che è la mia memoria storica più prossima per quanto riguarda la politica italiana che ha preceduto la mia età della coscienza e della comprensione, mi ha sempre detto che secondo lui i Radicali avrebbero dovuto restare un movimento, non diventare un partito. E forse questa è l’opinione di altri in riferimento alla Lega Nord, all’Italia dei Valori, a Beppe Grillo. Alberoni, durante il mio primo anno di università alla IULM, insegnava che i movimenti quando si istituzionalizzano passano la fase dell’innamoramento e dell’entusiasmo per approdare all’epoca matura della stabilità e della progettualità. La storia evolve grazie ad entrambe queste dinamiche, quella rivoluzionaria da un lato e quella progettuale dall’altro. A seconda delle fasi della vita che attraversiamo ci troviamo ora rivoluzionari, ora architetti pazienti del cambiamento, ora conservatori. Radicali partito o Radicali movimento, il loro contributo alla società e al cambiamento può continuare a spendersi. Se nel vasto terreno che le è proprio, sentisse dentro di sè la voglia di fare un po’ di rivoluzione, il partito radicale penso possa supportarla efficacemente anche fuori dal Consiglio Regionale. E prova ne è proprio la battaglia per la presentazione delle liste di questi giorni. Viceversa, se pensa a un attivismo più progettuale, occorre forse lavorare a uno sviluppo della sua candidatura cancellata perchè sia strategica nel medio periodo. Per quel che vale il mio supporto, io sono sempre disponibile a ragionare insieme anche di questo. Con la stima di sempre
Marco Chiappa, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Grazie Marco, per tutto. Pensieri e fatti.
 
Caro Stefano,ho i brividi per quello che hai qui scritto, tieniti forte …sai dove ho passato la pausa di mezzogiorno? Seduta in Piazza Vittoria a Como ai piedi della statua di Garibaldi … un gesto umile ,riservato (non ho avvisato i media), magnanimo dopo il trionfo ottenuto per il rispetto delle regole. Ti abbraccio. Tu ed io abbiamo quella comunicazione “sottile” tipica di chi gode una buona salute dello spirito , buona salute  poiché nutrita da passione civile e dall’insegnamento del poeta Mayacowsky (non ricordo come si scrive esattamente, chiedo venia !) : “ la mia unica certezza è quella di non avere certezze” e ben  condita dal senso sacro per la Legge dei Romani Repubblicani : Dura Lex sed Lex.Ti adorooo…
Gabriella Barbaro, Como 2 marzo 2010
Risposta – Qui a furia di stare sotto le statue tutti e due finiremo come i clochards ilari e ubriaconi. A dire la verità ai passanti e a rimediare da qualcuno il giornale del giorno prima. Mentre i Prosperini d’Italia daranno l’assalto agli assessorati. Va bene. Ci divertiremo lo stesso. Ma sotto sotto cova il Piano B. Su cui  riparleremo presto.
 
Mi spiace, davvero…Un abbraccio
Giovanni Scirocco, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Adesso parliamo di  Milano 2011…
GS – Assolutamente d’accordo.
 
I versi del Manzoni non sono sufficienti a descrivere le reazioni dei milanesi alla notizia che, se va bene, Formigoni non rientrerà in regione e , se va male, non potrà presentarsi nessuna delle liste coalizzate col PDL, che da ieri ha mutato denominazione in “Partito Del Pollo”. Tutte le chiese di Comunione e Liberazione sono aperte 24 ore su 24 per accogliere i fedeli in preghiera per scongiurare il disastroso evento. I ceri sono forniti a prezzo politico. Giunge notizia che due milanesi eretici ieri sera manifestavano il loro giubilo in Galleria. Sono stati riempiti di botte, tra gli applausi dei vigili e dei tranvieri, e trascinati nella chiesa di San  Carlo per la scomunica maggiore. Gli  infami sorridevano…. L’inchiesta subito avviata all’interno della Compagnia delle Opere ha peraltro portato a conclusioni raggelanti. Sembra che la raccolta delle firme fosse stata affidata, nello spirito di carità cristiana e di risparmio sui fornitori che caratterizza la Compagnia, a una cooperativa sperimentale di diversamente intelligenti che si autocoordinavano a turno. Tale esperimento era promosso da un gruppo di sessantottini pentiti, sociologi, psicologi e psichiatri basagliani, tutti in prima linea contro l’aborto, la morte assistita e le staminali. Gli anziani operatori sociali erano stati caldamente raccomandati dal loro confessore, che era molto interessato alle loro settimanali confessioni, commentate normalmente con numerose “questa, poi…”Il guaio è che, convocati dai vertici della Compagnia per rendere conto del loro operato , han tirato giù i pantaloni, mostrato il sedere e se ne sono andati al canto de “il Vaticano brucerà…”
Claudio Bellavita, Milano 2 marzo 2010
 
Grazie per aver accettato di fare questa esperienza. Grazie per aver fatto “girare” cose intelligenti e composte che, oggi,  purtroppo non colpiscono nel segno, per colpa del “segno”, non tua! Grazie per la tua cauta ma solida disponibilità a, ancora una volta, mobilitarti per ideali e traguardi “alti”. Grazie per essere sempre il nostro caro “fratellino” stefano. Complimenti perchè l’impegno è stato vero e anche raffinato. Complimenti per la voglia di combattere sempre in te attiva e presente. Complimenti per esserci e perchè sei così. A presto, carissimo stefano, e … sempre avanti! Buon lavoro ed arrivederci. Ciao. con affetto.
Gianpiero Spagnolo, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Se non era per interazioni e incoraggiamenti di amici come voi forse mi scoravo prima. Ora mi sento proprio di guardare avanti. Un abbraccio.

Analisi acuta, ma mi è piaciuta soprattutto la parte umana: “ora chi glielo dice ai miei studenti?“. Non si preoccupi prof, i suoi studenti fanno parte di quella generazione che ripone poche speranze nella politica, e, semmai, quest’ennesima delusione farà (ci farà) capire che non è da lì che bisogna aspettarsi il cambiamento, ma da noi, dalle reti che sappiamo tessere, dai modelli che sapremo rinventare. Tocca partire da noi per cambiare la politica, perché quella che si auto-proclama tale continua a ballare e a cantare mentre il Titanic…
Raffaella De Marte,  Bruxelles 2 marzo 2010
Risposta – Apprezzo. Ma: 1. sto mettendo un filo di “didattica civile” in più nei corsi di quest’anno e i ragazzi ci stanno; insomma seguono, non disertano (abbastanza)  e segnalano pensieri. 2. Io con gli psicologi (la persona rispetto alle collettività) ci parlo e discuto da una vita, però la modellistica sociale cambia anche per processi – improvvisi e diffusi – in cui sono le idee a spingere. Ora nell’aria sento venticelli. Anche se anch’io vedo il Titanic in viaggio disperato.

RDMAnch’io sento venticelli, ma non nei partiti. C’è tutto un mondo fuori, disordinato e spesso contraddittorio, ma che parla e ragiona di politica, senza dover sempre e per forza tornare sullo schema partiti nazionali. E il serbatoio di idee esiste dentro e fuori, è chiaro non si tratta di mondi a compartimenti stagni, ma la politica deve sapersi contaminare di quello che c’è fuori…cosa che fatica a fare. PS: non mi prenda per un’anti-politica, lungi da me, lei mi conosce abbastanza per sapere che non ho nessuno schema a priori né “pro” né “contro”. Per questo faccio fatica a identificarmi…in un partito!
 

Caro professore,mi dispiace per quanto è accaduto; avevo trasmesso ai miei  amici “radical- chic” il suo pensiero invitandoli ad esprimere la loro preferenza sul suo nome perché, contrariamente a quanto si crede, noi comunisti  non siamo chiusi in un elite identitaria  che esclude quanti pensano diversamente da noi,  ma anzi  sono convinta che la diversità crea ricchezza e bellezza. E’ nella bellezza che si riscopre il mondo . Tutti dovremmo poter accedere a quel mondo che ci permette di vedere-sentire in modo speciale la dedica ad un grande.Se è rimasto un poco deluso,  pensi a quanto è stato arricchente partecipare a banchetti, incontrare gente , gente comune,  forse solo semplice , forse solo zarra o forse più saggia intelligente e  vera. Sarebbe stato più deludente incontrare i fantocci politici e i  loro pagliacci cortigiani nel reame-regime formigoniano e la nullità di un ectoplasma vestito da manichino. Lancia in resta professore!  La sfida è solo iniziata e come nei miei ricordi  di  giovinetta, come anche il mio francese….. ce n’est qu’ un début, continuons le combat
Marie Loveci (Consiglio regionale della Lombardia), 2 marzo 2010
Risposta – Marie, i miei radical sono chic nell’anima più che nella salotteria. Apprezzo sempre le commistioni (perché in fondo non rinuncio all’idea di convertire i comunisti…). Grazie per le parole tifose. Molto carine.

 

 
Caro Stefano, bella questa riflessione che mostra quanto credi nelle cose che fai e quanto le “interiorizzi”, anche quando non vanno secondo le aspettative. Condivido il fatto che le passioni (credo non solo quella politica) abbiano sempre a che fare con la percezione e lo sguardo. Inutile dire che, da letterata, ho molto apprezzato il riferimento a Parini, amatissimo tra l’altro da De Sanctis che lo considerava (insieme a Alfieri) primo segno di una rinascita dell’Italia, dopo secoli di passività morale e letteraria (per lui andavano sempre insieme, e d’altronde lui stesso faceva anche il politico). Che questo porti bene? Lo spero, con tutto il cuore.
Lucia Rodler, Milano 2 marzo 2010
Risposta  - Già, come va la letteratura? Forse bisogna sapere se lì ci sono i segni dell’anti-passività. Avremmo più argomenti per organizzare le batterie future. Grazie a te per la costante attenzione.
 
Ti ho seguito passo passo. Con ammirazione e speranza. Mi dispiace che i radicali non siano in competizione. Facevano la differenza.
Dario Faggioni (al telefono), Milano 2 marzo 2010

Caro Stefano, ho letto volentieri le tue considerazioni di candidato e mi dispiace che la tua avventura si sia interrotta. A presto
Alberto Martinelli, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Grazie. La riflessione riguarda ora un  punto solo (soprattutto a Milano) : la filosofia della sinistra di ottenere la riserva indiana, oppure un’idea ricompositiva di equilibri, identità e metodi?

AM La seconda opzione ovviamente, ma non è facile anche per egoismi e settarismi residui.

Ho anch’io credo sottovalutato quel benedetto numero di 17.000 firme o meglio ti assicuro che non ci avevo pensato e con il senno del poi il pugno nello stomaco ha maggiore intensità perchè ci si poteva provare. Come e quando non so bene ma al circondario di dilettanti allo sbaraglio mi aggrego perchè per te mi sarei sicuramente attivato con il mio modesto ma numericamente esistente nucleo di riferimento (nel mio piccolo non siederei in cdz 4). E chissà quanti altri. Semplicemente arrivederci a quando ti chiederò di spiegarmi i passaggi scritti che hanno interessato più d’uno dei miei d’area. Ci proverò ancora l’anno prossimo se non decapiteranno quella alta manifestazione di confronto che sono i cdz e il decentarmento.
L’uomo si affatica e tribola per tutta la vita.
Ma che cosa ci guadagna ?
Passa una generazione e ne viene un’altra;
ma il mondo resta sempre lo stesso.
Tutti i fiumi vanno al mare,
ma il mare non ne e’ mai pieno.
E l’acqua continua a scorrere
dalle sorgenti dove nascono i fiumi
Qoclet 1,3-4; 7
Antonio Cernuschi, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Sì, questo è il tema. Percepire segnali che il sistema di potere classifica “deboli”, quando invece sono forti. E’ molto difficile. C’è un problema soprattutto di democrazia dell’informazione che rende possibile una speranza. A me ha fatto paura andare a Washington e leggere che l’istituzione creata da Eleonora Roosvelt, non pericolosi comunisti, classifica l’Italia (unica nel contesto UE) a semi-libertà di informazione. Come l’isola Tonga. Un abbraccio (fai ancora l’arbitro?)

Gentile professore,mi fa molto piacere che si sia regolarmente “permesso” di inviarmi le sue comunicazioni e newsletter. La scelta dei radicali di proporle la candidatura (…alla candidatura) è un’ulteriore prova della nobiltà intellettuale di un movimento politico che non riceve la riconoscenza e l’attenzione che merita.Approfitti della rarefazione prevista per continuare ad allevare i suoi, più fortunati, studenti! Con stima.
Novella Platani, Como 2 marzo 2010

Risposta – Davvero parole carine. Grazie. Lieto di restare in contatto.
 

Caro Stefano,perché Congedo? La tua Newsletter è stata per me una piacevole compagnia anche nei punti di vista che non condividevo in quanto sempre con motivazioni interessanti e utilmente “provocatorie”. Continua nel tuo osservatorio e dialogo anche se non tutti i giorni. Un tuo periodico monitoraggio sarebbe molto stimolante. Un caro saluto
Ugo Finetti, Milano 2 marzo 2010
Risposta – Beh, diciamo che ora va un po’ rivisto lo scenario. Ma davvero ho trovato una rete di interazioni sorprendente. Quanto ad alcuni amici, tu tra questi, il conforto di un metodo. Che vuole anche dire che ci si può scambiare valutazioni diverse. Grazie tante.

Caro Stefano ho visto il svolgersi delle cose con molto malumore. avevo commentato la tua nota..ma oggi Fb fa le bizze. Fb, che più che per la superficialità temo per il solipsismo, perchè favorisce un uso improprio e celibe della partecipazione. è una vicenda che incrementa malessere e disaffezione, e non ne avremmo bisogno. certo penso sempre che bisogna avere speranza per questo paese. ma quanto ci costa. un abbraccio
Anna  Lombroso, Roma 2 marzo 2010
RispostaL’insieme dei dettagli che sono esplosi in questi due giorni è la prova che l’Italia si regge su uno spillo. Col rischio di consegnare il paese, a fine mese, il nord alle leghe celtiche e il sud alle cosche mafiose. A destra responsabilmente qualcuno comincia a dirlo. A sinistra irresponsabilmente per sistemare quattro stipendi e quattro pensioni qualcuno fa finta di non vederlo. Ahi serva Italia, di dolore ostello…
 ALIo ormai inclino verso cassandra, molto malvolentieri. ma la tolleranza dell’illegalità, il clima di acquiescenza verso l’illecito, l’affiliazione che sostituisce la selezione secondo meriti, il familismo, ormai è lo zeitgeist. e hai ragione su silenzi e complicità. e sempre di più mi sento inadeguata e impotente e inascoltata e clandestina. E non mi piace.

Grazie a lei, prof. E’ stato un bel laboratorio. E non si preoccupi del divenire modello negativo dei suoi studenti. credo vinca un rolando trombato su tanti furbetti ingabbiati (sono un po’ stupidi, gli studenti, ma non troppo). La abbraccio davvero. io sono quel che sono (una capace di sbattere la porta al potere che vuole tenerla) anche per una coerenza che mi ha insegnato lei – oddio, dopo i miei genitori, ovviamente. Grazie prof.
Valeria Peverelli, Milano 2 marzo 2010

Risposta – Di questi tempi sono più morbido sul giudizio degli studenti. Ma per me fa sempore testo il giudizio di alcuni ex-studenti. Affettuosità.

 


2 marzo – Telefonate anche di Robert Louvin, Nadio Delai, Renata Thiele, Maurizio Trezzi, Fulvio Ronchi, Emilio Targia, Roberto Basso, Alessandra Rolando.

Bravo Stefano e bravi i radicali. Mi spiace non poterli votare. Quanto a te, dovrebbero candidarti sindaco, cosi la citta si smuoverebbe. Un abbraccio
Renato Mannheimer, Milano 3 marzo 2010
Risposta – Caro Renato, grazie per la costante attenzione. Predisponi un sondaggino che ci da un’intenzione di voto dei milanesi al 50% e partiamo in quarta!! A presto
 
 Egregio professore, solo oggi , a conclusione del suo ciclo di news, desidero ringraziarla per avermi reso partecipe del suo percorso . Con un po’ di nostalgia , mi auguravo che  lei potesse tornare, sia pur in altra veste, in Consiglio regionale . Con stima e affetto
Isabella Molina, Pavia, 3 marzo 2010
Risposta – Grazie. Pensieri e sguardi avanti

Caro Stefano, ho letto con un misto di ammirazione e disappunto il tuo “canto del cigno” o  “congedo”, come lo chiami tu. Sono sicuro che, da posizioni diverse ,  non mancherai di arricchire  quella “politica” che hai sempre così intelligentemente servito. A presto,

Piero Bassetti, Milano 3 marzo 2010
Risposta – Un rinnovato grazie. Per aver posto domande all’inizio e messo una posta ora.Vedremo. E se vorrai ne parleremo.

Oggetto: Grazie!
C’è una francese che dice: “Tutto finisce come avrebbe dovuto cominciare!”…
Grazie Stefano per avermi mandato il documento radicale che testimonia le seguenti considerazioni:
1° Soltanto quando si è colpiti direttamente ci si sveglia?!
2° Il PDL ha imparato a parlare – ora che fa comodo – come la Sinistra e pertanto indottrina la  massa alla disobbedienza…
3° La Sinistra ha insegnato a tutti a protestare perché è sempre stata minoranza e quindi con diritti
limitati…
4° Ha ragione Bossi quando dice
Roma Ladrona, ora che è tutta in mano alla burocrazia del liberismo? …
Giancarlo Zagni, Mentana 3 marzo 2010
Risposta – Sei stato come il trainer nell’ammiraglia al giro d’Italia. Grazie a te.
Caro Stefano,ho letto il tuo accorato messaggio e sono molto dispiaciuto per te. I tempi non sono certo dei migliori, anche per questo persone come te sarebbero e sono ancora molto utili. I l problema è come, in politica. Nella vita professionale,per fortuna, vedo che le opportunità non ti mancano. Vieni a trovarmi quando vuoi.
Piero Borghini, Milano 3 marzo 2010

 
L’Italia è alla frutta… PS: leggi corriere di oggi p- 40 su Mattei Pasolini Cefis.. Inquietante. E leggi anche qs link che non è male (se hai voglia e tempo)
Daniele Comboni, Milano  3 marzo 2010
 

Apprendo con rammarico del Tuo congedo. Ho apprezzato la Tua campagna e la Tua presenza. Sono certo che ci saranno altre occasioni di presenza e di impegno.
Marco Vitale, Milano 3 marzo 2010
 
Condivido, anche se i radicali non sono virginali come vogliono far credere.
Ti mando un link in cui c’è la mia lettura di ciò che sta accadendo:
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=27077&sez=ELEZIONI2010&npl=&desc_sez=
Sergio Talamo, Roma 3 marzo 2010
Risposta – Condivido a mia volta. Ho impostato il profilo della mia campagna guardando ai borghesi e ai laici con sentimenti civili a posto, indignati per le cose che tu ben descrivi. Quelli che non sopportano il pressapochismo e l’arroganza che copre debolezze strutturali. La “zattera” radicale è qui più di metodo che altro. Ma nelle condizioni date si rivela una leva potente. Dunque si aprono transizioni. E credo che abbiamo una rete interessante che può dire una parola.

Caro Stefano, scusa se ti rispondo soltanto ora, cercando di fare il “riassunto” di mie riflessioni su quanto sta accadendo. La vicenda tua personale in questo tormentato momento è il segno di quanto la china che sta imboccando il paese sia divenuta ormai tanto scivolosa da lasciare pochi spazi alla speranza.Nondimeno proprio l’esito della vicenda che tu racconti, nonché le belle, coraggiose, edificanti “chiose dalla panchina” (che ho letto con attenzione e passione) testimoniano che non è giusto arrendersi. piuttosto occorre rinsaldare i ranghi di coloro che non ci stanno a vedere il nostro paese precipitare in un vuoto di inconsapevolezza e di smarrimento. Per conto mio, so di contare pochissimo. Soffro anch’io, se posso dirlo, del fatto che ci viene negato il diritto di un’opinione che non sia confinata nel dialogo amicale e nello sfogo amaro. Al momento non riesco a trovare risposte. Ho la vaga idea che anche stavolta le forze che dovrebbero costituire un ragionevole schieramento di opposizione (che sappia farsi anche proposta e non solamente protesta) non abbiano avuto la capacità di cogliere il punto chiave del problema. Di conseguenza sono andate oscillando tra forme di protesta senza sbocco e debolezza nel mettere a nudo la pericolosità dei soprusi e degli strappi consumati in questi giorni.
Stefano Sepe, Roma 7 marzo 2010