Cocciutaggine democratica. Una magnifica storia (dall’11 giugno al 15 luglio)

Una magnifica storia
Stefano Rolando
 
Prima parte
Il caparbio voto al referendum della centenaria “Pimpa”
11 giugno 2011
Fatemi raccontare – il giorno prima del referendum – una piccola meravigliosa storia.
Due anni fa ho svolto un lungo colloquio (a cui tengo moltissimo nella mia bibliografia ) con una signora che aveva 98 anni. E che appunto oggi ne ha cento compiuti. La conversazione è stata pubblicata in un piccolo libro edito da Bompiani, si intitolava “Il mio viaggio nel secolo cattivo”, rientrando in una percorso di scrittura dedicato ad aspetti di memoria e identità italiana che perseguo da qualche tempo. La signora in questione si chiama Maria Luigia Nitti Baldini. I capelli bianchi della sinistra sindacale e cooperativa italiana la conoscono bene e la chiamano tutti “la Pimpa”. E’ la figlia di Nullo Baldini, il fondatore della cooperazione romagnola, deputato turatiano prima del fascismo, poi perseguitato e in esilio a Parigi a lungo. Ed è – proprio a causa di quell’esilio – anche la nuora di Francesco Saverio Nitti, uno dei maggiori e più moderni statisti del novecento italiano, avendo sposato il figlio Giuseppe, deputato liberale alla Costituente. Laureata in diritto romano a Bologna, poi due lauree in Francia, ha conosciuto le prigioni di Mussolini, l’esilio per quasi vent’anni, nel dopoguerra è stata a lungo UDI ed eletta tra i socialisti e nella sinistra indipendente a Ravenna. E’ lucidissima, Spiritosissima. Napolitano le ha scritto una magnifica lettera per i suoi cento anni, La sera della vittoria di Pisapia ha stappato la miglior bottiglia di sangiovese della riserva di casa e poi non ha preso sonno per l’ansia di vedere la mattina dopo sui giornali (detesta la tv e non la guarda) che la notizia di Pisapia era vera. L’anno scorso trovai il modo di accompagnarla al voto per le regionali, al quale non volle assolutamente mancare. Quest’anno non potendo andare a Roma e non essendoci chi aveva mezzi attrezzati allo scopo, lei stessa (va per i 101, ripeto) ha telefonato ripetutamente al servizio comunale di Roma per chiedere di essere venuta a prendere con il servizio preposto. Il servizio non ha risposto. Ha tempestato di telefonate il Comune, nessuna risposta. Per le sue storie e le sue esperienze in questi casi fa due più due. Ha ritenuto che il sindaco Alemanno abbia fatto scoraggiare questo genere di “partecipazione” (chi tempesta per andare a votare al referendum si capisce abbastanza come la pensa) e ha messo di guardia al telefono l’inquilino del piano di sopra, che a sua volta si è reso conto che ormai si trattava di un disservizio “pilotato”. Allora, sua sponte, ha chiamato la Polizia di Stato, ha invocato l’emergenza, ha chiesto alla Polizia di intervenire sul Comune e ha ottenuto un’ora fa la conferma che domani alle 11 la verranno a prendere per portarla a votare. Al che mi ha telefonato per cantare vittoria. Ero alla lacrime per l’esemplarità della notizia. E ho dedicato a lei – la Pimpa – questa ultima lettera della giornata per ricordare alla nostra maling list di andare a votare.
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Seconda parte
Certe storie hanno seguiti
Milano 15 luglio 2011
Certe storie, belle e curiose, hanno seguiti. Nel corso della campagna elettorale ne abbiamo collezionate alcune. Dai due arcobaleni sopra Milano alla scopa da fuliggine di Martinotti esibita al Puccini, dalla vecchina dell’ospizio con i 10 euro rifilati a Giuliano per concorrere ai costi della campagna alla mia straordinaria centenaria Pimpa che è rimasta sveglia di notte per vedere sul giornale l’indomani che la notizia della vittoria di Pisapia era vera.
Ebbene qualcuno ricorderà la storia, appunto, della Pimpa (100 anni già compiuti) che ha chiamato la Polizia di Stato per imporre al servizio comunale di essere accompagnata al voto referendario per regolare i suoi conti con il premier (lei aveva già regolati quelli con il duce nelle cui galera era stata messa per appartenenza ad una grande famiglia dell’antifascismo italiano). Ebbene quella mia letterina indirizzata alla mailing list dei “51” è giunta anche ad uno dei professori del Conservatorio Verdi di Milano, il maestro Davide Gualtieri, per la semplice ragione che nel passaparola dei “51” c’è stato posto anche per alcuni docenti di quell’istituto che hanno aderito e interloquito fervidamente nel corso della campagna elettorale.
Il maestro Gualtieri preparava i “concentri nel Chiostro” dell’estate. E ha pensato di far seguire a un performance musicale per voci, coro e ensemble strumentale dedicata a un testo drammatico della giovane cantante serba Ana Spasic – memoria dei bombardamenti sulla Serbia del 1999 – la lettura, poetica e musicata, di quella lettera. Il coro dei ragazzi del Conservatorio con la stessa Ana Spasic hanno aperto soffusamente con Bella Ciao e, alla fine del racconto di quella cocciuta democratica della Pimpa, Gualtieri, tutti in piedi e a bassa voce, ha chiuso con l’inno di Mameli. Scroscianti applausi e auguri a Pisapia. Il tutto è avvenuto questa sera nel chiostro della Chiesa della Passione.
Vi è una locandina, foto e un nastrino (purtroppo la registrazione è partita con un minuto di ritardo, ma il senso si afferra).