Club di Venezia (L’Aja, 26 maggio 2016) – Stefano Rolando, Opening Statament
Club di Venezia (CoV) – Riunione plenaria
L’Aja (Paesi Bassi), 26-27 maggio 2016
Discorso introduttivo – 26 maggio 2016
Stefano Rolando
Signor Sindaco della Città dell’Aja Jozias van Aartsen,
Caro Amico e Collega Erik den Hoedt,
esprimo a nome di tutti i presenti un vivo ringraziamento per avere organizzato nella città sede della Casa Reale e del Governo dei Paesi Bassi questa sessione plenaria primaverile del Club of Venice che è d’abitudine promossa da chi ha le presidenza temporanea del Consiglio dell’Unione europea (anche se – nella nostra informalità – non abbiamo sempre seguito questa regola).
La presidenza olandese è stata annunciata con una agenda mirata e non dispersiva. Sicurezza, crescita e occupazione, innovazione, clima. Quattro temi che sono capitoli forti di una comune aspirazione a superare, tutti, la crisi, a trovare soluzioni per progettare un futuro valido, a mettere al centro processi al tempo stesso competitivi nel mondo ma anche capaci di convincere e stimolare i nostri giovani. E poi regolare meglio il modo di affrontare le emergenze, tra cui certamente quelle legate a processi migratori, a sviluppi del terrorismo e a crisi non risolte di disoccupazione che restano questioni gravi nell’Unione.
La nostra agenda in plenaria toccherà due aspetti principali tra di loro connessi: la comunicazione riguardante la sicurezza e la pace. Inoltre discuteremo sugli sviluppi della Public diplomacy, che sono centrati su una revisione del rapporto (del passato) tra silenzio e propaganda nell’affrontare la difficile tematica dell’interferenza.
Ci sono relatori ottimi ed esperti che ci aiuteranno a capire come evolve la capacità delle istituzioni di avere – con i cittadini direttamente o con i cittadini attraverso i media – una relazione che migliora le conoscenze e la fiducia.
Io ringrazio tutti – e insieme ai relatori ringrazio anche tutti coloro che hanno (all’Aja e a Bruxelles) organizzato l’agenda e gli aspetti operativi di questo meeting e i traduttori, come sempre, aiutano il nostro lavoro.
Vorrei qui ricordare che questo 2016 è anche il 30 ° anniversario di vita del Club di Venezia; e, in secondo luogo, che si è avviato un lavoro preparatorio e di dibattito su scala europea per preparare il 2017 che è l’anniversario dei 60 anni dei Trattati di Roma, cioè dell’atto fondativo dell’Unione Europea (tra l’altro in cui tanto l’Olanda, il paese che ci ospita, quanto l’Italia, che è il mio paese, furono soggetti fondatori). Credo che a novembre a Venezia questo rapporto tra i nostri 30 anni e i 60 dell’anni dell’Europa (cioè tra gli sviluppi dello specifico comunicativo e l’evoluzione di un grande e complesso progetto sovrannazionale) saranno parte della nostra agenda.
Non posso concludere questo saluto senza evocare una figura storica di grande rilievo per questa città – in cui pure non è nato ma in cui ha vissuto per tutta la sua vita – mi riferisco al grande filosofo del razionalismo seicentesco (considerato il maggior antesignano dell’Illuminismo europeo) che fu Baruch Spinoza. Negli anni del nostro liceo ci faceva una certa impressione pensare che questo eminente filosofo, riluttante ad ogni clamore e ad ogni mondanità, usasse il cervello per pensare mentre si guadagnava da vivere pulendo o tornendo le lenti in un negozio di ottico. Ebbene – lo dico ai nostri colleghi del Club di Venezia – Spinoza non fu come si dice oggi un “comunicatore” ma predispose le lenti per leggere con largo anticipo il futuro della società europea.
Un esempio interpretativo che nel nostro mondo qualche volta i comunicatori dovrebbero seguire.