Chiose dalla panchina n. 9 – La cerimonia degli Heyoka (18 marzo)
La cerimonia degli Heyoka
Nella tradizione dei nativi d’America
(come vengono chiamati coloro che abbiamo sempre definito “gli indiani”)
vi è un diffuso rito che si chiama La cerimonia degli Heyoka.
Heyoka si può tradurre con l’espressione I contrari.
Nella tribù essi svolgono un’importante funzione.
Così si legge:
“Vengono chiamati anche pagliacci, perché sono coloro che entrano a disturbare
una cerimonia considerata sacra.
Si vedono nelle varie Sundance a Rosebud. In apparenza pare un gioco divertente.
Ma le spiegazioni sono molto profonde. La funzione di un Heyoka è principalmente
quella di essere la parte opposta, l’altra parte della bilancia.
Mettono infatti alla prova la fede dei danzatori, cercando di distrarli,
testando così la loro forza spirituale”.
In sostanza essi hanno il compito di verificare se i “chierici” – diremmo noi –
sono idonei a percorrere il Sentiero Rosso, cioè la via giusta.
Ne parla Angelo Lacerenza e li descrive come “agevolatori del pensiero”.
Nella prima settimana di marzo i nostri Heyoka – identificati in giovani e talvolta meno giovani radicali, eccezionalmente maschi e femmine – hanno realizzato in tutta Italia una quindicina di cerimonie secondo i riti tradizionali dei nativi, consistenti in:
- accertamenti delle illegalità nelle operazioni di autenticazione delle firme connesse a liste elettorali appartenenti a diversi partiti e schieramenti (e conseguenti ricorsi);
- accertamenti delle illegalità nel rapporto tra autenticazione delle firme e liste solo in seguito compiutamente definite in vari contesti e rispetto a molteplici liste (e conseguenti ricorsi);
- esposti a varie Procure delle Repubbliche contenenti documentate situazioni di non rispetto della legge sia in ordine alla preposizione dei certificatori da parte delle istituzioni sia in ordine al disinteresse mediatico per la dovuta sensibilizzazione dei cittadini
- richieste di Rettifiche e di Contestazione in ordine a deliberazioni assunte dagli Uffici elettorali preposti.
A campagna chiusa l’elenco delle cerimonie sarà debitamente compilato.
Così, a scopo di agevolazione del pensiero.
Chiose dalla panchina n. 9 -18 marzo 2010
Stefano Rolando
(Deposto candidato della Lista Bonino Pannella a Milano e a Como)
www.stefanorolando.it – Regionali 2010
Riscontri
Ils sont fous ces radicaux! Ti mando una mia personale risposta a Bossi
Guido Martinotti, Milano 18 marzo 2010
Ma sai i leghisti per conformità allo stereotipo erano per i … nordisti. Io da ragazzino invece avevo passione per i Sioux. La tua risposta è giusta.
S.
Purtroppo anche io da ragazzo stavo per i troiani, e ho continuato sempre dalla parte sbagliata. C’est la vie
G.
No, siccome il mio compagno di banco stava per Ettore e il ruolo di Achille era occupato a me è toccato Aiace Telamonio. Quella l’ho imbroccata. E il mio compagno-Ettore è finito nelle BR!
S.
Stefano se è così allora sono solo disturbatori e non in grado di governare. Lasciamo stare gli hayoka, potrebbero tornarci contro.
Clara Abatecola, Roma 18 marzo 2010
Risposta – A Roma siete stati tutti boninizzati con la governabilità! Ti ricordo la massima costituzionale (Amato) secondo cui potere e contropotere in democrazia hanno lo stesso potere.Queste regionali le avevo impostate tutte sulla qualità dei controlli perché di stragoverno e di stragovernatori si muore. Questa cosa scherzosetta che ho scritto rende merito a questi ragazzi che a mani nude hanno mostrato il re nudo.
Stefano io sono con te, so bene che potere e contropotere in democrazia si equivalgono, ma le elezioni le facciamo per governare e andiamo cercando qualcuno che governi senza farci pentire di essere in democrazia. saremo stati tutti boninizzati….credi forse che la mia angustia con i radicali non dipenda proprio da questo? ok facciamo i radicali, troviamo il pelo nell’uovo, andiamo a mani nude a denudare il re, facciamo gli heyoka, ma allora non c’è posto di governo, perché govenare significa sporcarsi le mani, scendere a compromessi, elasticizzare le leggi (si dice interpretare le leggi).quante volte ti sarà capitato di scendere a compromessi nella tua attività di amministratore….non so cosa significhi disunità d’italia…. o meglio lo so, ma la disunità si è fatta con le parole e il malgoverno, l’unità si è fatta con l’entusiasmo e il sangue di tutti gli italiani, da nord a sud.pensa che ho detto alle nostre amiche che hai ritrovato con i radicali una nuova gioventù, mi sa che è proprio vero e che potresti farci invidia.
C.