Argomenti per l’area dell’indecisione – Facebook (24 gennaio 2013)

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Buona e mala politica. Diario di trincea / 2
pubblicata da La buonapolitica il giorno Giovedì 24 gennaio 2013 alle ore 2.33.
 
Fatela questa riflessione. E fatela fare a chi distingue vecchio da nuovo, sano da insano
Abbiamo già detto che soprattutto l’area dell’indecisione elettorale è presa da due argomenti: saranno capaci di governare? saranno corrotti come tutti gli altri?
L’indecisione resta e alla fine si trasforma in astensione quando questi due interrogativi non si sciolgono positivamente.
La conflittualità plateale che vi è nel centrodestra è un fattore oggi – per chi nno volesse guardare in faccia gli esiti e le prove del passato – che compromette la condizione di un “buon governo”.
E ci si immagina che, se il centrodestra prendesse il potere, cioè ne prolungasse l’esercizio in Lombardia dopo 18 anni, la composizione di quei conflitti richiederebbe doti di statista, che è difficile riconoscere – per averli molto sperimentati – in Maroni, Berlusconi e Formigoni.
Ma forse quei conflitti potrebbero essere soffocati dall’indigestione di nuovo potere. Se i tre vincessero prenderebbero la Lombardia, tutto il Nord (escluso il Trentino e la Liguria) e il Senato esercitando un potere di interdizione su governi di svolta e cambiamento a livello nazionale.
Se i tre perdessero, invece, molto semplicimente andrebbero a casa.
In Lombardia perderebbero centri di potere, di nomine, di controllo. Il settentrione di Italia avrebbe un cuneo importantissimo tra le regioni leghiste. In Parlamento a Roma sarebbero possibili nuovi equilibri.
I tre, insomma, metterebbero fine alla loro egemonia. Si sperimenterebbe una nuova classe dirigente e lombardi ed italiani avrebbero la possibilità di verificare se c’è una nuova moralità, una nuova competenza, un nuovo spirito di salvaguardia delle istituzioni. Se i tre dovessero perdere sarà il segnale che non è vero che la maggioranza dei lombardi vuole conservare il vecchio ordine – vistosamente declinato – e che non è vero dunque che essa chiede “continuità”.Ma che, al contrario, la maggioranza considera quell’ordine a fine ciclo, ritenendo che ci voglia discontinuità per salvaguardare e rinnovare la democrazia e per mettere alla prova un nuovo governo. Perchè ciò accada – con risvolti regionali e nazionali – serve solo il voto utile, serve non disperdere l’opzione a favore di chi è in gara per calcoli diversi certo poco preoccupato di governare una regione grande e complessa come la Lombardia. Non si vince in due turni, al ballottaggio. Si vince solo avendo un voto in più del maggiore competitor.
Per mandare a casa Maroni (ai vertici della Lega da venti anni), Berlusconi (da 18 anni al comando di tutto) e Formigoni (per lo stesso tempo padrone incontrastato della Lombardia) – tre insomma che non possono più dar prova di niente perchè sono rappresentanti di politiche e di comportamenti senza misteri per gli italiani – il 24 e il 25 febbraio basta scegliere Umberto Ambrosoli, un esponente giovane, poco più che quarantenne, che non proviene dai partiti, che ha promosso una proposta civica reale nell’offerta politica della Lombardia e la cui storia è persino simbolicamente accreditata per rassicurare tutti in materia di competenza, professionalità, legalità.