Connessioni tematiche. Alessandra Rolando segnala “Voglio una vita come la mia” di Marco Santagata

24 agosto 2008
Caro Stefano,
il tuo libro è qui e là pizzicato in famiglia. Giuliana ha letto le ultime pagine. Io le prime. A poco a poco speriamo di mettere insieme i pezzi. Intanto mi capita tra le mani questo “Voglio una vita come la mia” di Marco Santagata, edito da Guanda. Il titolo fa il verso a Vasco Rossi. E ricordo che Santagata – emiliano anche lui di Zocca, in provincia di Modena, professore di letteratura italiana a Pisa – fece la laudatio nella tua università proprio per la laurea honoris causa a Vasco Rossi.

Te lo segnalo pur tra mille diversità dal tuo Quarantotto. Ma il romanzo (intanto scritto bello grande e in sole 158 pagine!) parte dallo stesso assunto generazionale. I nati tra il 1946 e il 1948 hanno avuto una sorte fortunata che nella storia precedente non era mai capitata. Nascere e vivere fuori dalla guerra. Dice Santagata che era successo solo prima del 1550, anzi nel 1454 quando a Lodi gli ambasciatori di Milano e di Venezia firmarono una pace durevole che fece di quella generazione (in cui l’età media era metà di quella di oggi) una “generazione fortunata” (come scrivi tu per noi del dopoguerra) che si dedicò all’economia e alla cultura anziché scotennarsi a vicenda.
Poi il romanzo è imperniato sul rapporto di questo sessantenne (e segnato dal ’68) con il figlio precario. La cifra del racconto del tuo libro è sulle ambiguità di una generazione. Quella di Santagata è sui paradossi. Il sessantotto mi pare che c’entri parecchio. Tra “capi” qualificati nella generazione immediatamente precedente tutti dediti all’organizzazione e una massa partecipe ma soprattutto interessata alla rivoluzione sessuale (in epoca di incaute e diffuse procreazioni).
Quando l’ho finito te lo presto.
Ciao
(tua sorella Alessandra)